C’era una volta la Roma di Dybala, e forse non ci sarà più. Sono ore decisive per il futuro della Joya in giallorosso e, come accade in casi di mercato eclatanti come questo, le notizie si rincorrono veloci così come le smentite. Ognuno sembra avere la sua ricostruzione dei fatti, ognuno è convinto di avere la verità in tasca. Il punto è però uno: mentre scriviamo la fumata bianca dell’operazione non è ancora arrivata. L’attaccante ci sta ancora pensando? Il sì è arrivato ma manca l’intesa con il club giallorosso? Oppure nessuna delle due?.
In questo articolo pubblicato poco fa vi abbiamo riepilogato tutte le ultime notizie arrivate sin qui. La maxi offerta, è assodato, è lì sul tavolo della Joya, pari ad un qualcosa come circa 60 milioni in tre anni. Per la valutazione del cartellino invece c’è più incertezza: si va dai 18 milioni che sarebbero stati proposti alla Roma, alla smentita della notizia stessa. Ovvero l’ostacolo che starebbe per ora bloccando il tutto, se si decide però di seguire la pista che vede il “sì” già dato dall’argentino agli sceicchi. Insomma, il rebus non è stato ancora risolto, c’è poco da fare. Ma le prossime ore saranno decisive.
Sul perché il caso dell’attaccante argentino sia esploso a nostro avviso fuori tempo massimo ci sarà tempo in caso più avanti per interrogarsi. E magari rivolgere qualche domanda alla società, a prescindere di come finirà l’intera vicenda. Ci sono però da considerare tutta una serie di fattori che hanno portato il club intanto a non fermare le trattative in corso, e già questo è un primo segnale di come la società abbia messo in conto di poter fare a meno della Joya. Anche se alla fine, paradossalmente, dovesse restare. Di nuovo sui motivi dovranno essere Ghisolfi e i Friedkin a dare spiegazioni ai tifosi. Noi possiamo limitarci a fare delle congetture basate però sui dati a disposizioni.
Non è un mistero che la Roma abbia intrapreso un percorso di alleggerimento del monte ingaggi unito ad un ringiovanimento della rosa; dopodiché si contava, arrivati a questo punto dell’estate, di aver già ceduto alcune pedine dall’ingaggio ingombrante, su tutti i vari Abraham, Smalling, Karsdorp, ecc. Operazioni dalle quali, in alcuni casi, (con l’inglese su tutti), si sperava di ricavare qualcosa anche dai cartellini. Tutto questo non è però avvenuto.
Arriviamo così alla valutazione che immaginiamo sia stata fatta sul giocatore in termini di vantaggi/svantaggi sul trattenerlo o meno a Trigoria. Contro: età, propensione agli infortuni (34 le partite saltate in due anni), stipendio molto alto, acquistato già il suo sostituto, Matias Soulè. Pro: classe, gol e assist (rispettivamente 34 e 17 nel biennio giallorosso), punti portati alla squadra (si stima almeno 19 in più rispetto alla Roma senza di lui in campo), duttilità in campo. A voi lettori il giudizio.
Ribadiamo un punto: il fatto stesso che la Roma non abbia tolto dal mercato l’argentino rappresenta un segnale molto importante nella vicenda. Fino a ieri infatti tutte le fonti davano quasi per certa la volontà del calciatore di non voler andare in Arabia, anche perché, se avesse voluto, avrebbe potuto già farlo settimane fa. Sicuramente prima della scadenza della clausola rescissoria per l’estero il 31 luglio. Il punto di svolta si colloca allora in Inghilterra, prima della famosa partita contro l’Everton in cui Dybala era rimasto fuori dall’11 titolare, con in più le altrettanto note parole di De Rossi “non lego nessuno a Trigoria“.
Lì, allora, qualcosa deve essere cambiato. Ciò che sembrava impossibile fino a quel momento è iniziato pian piano a diventare un’ipotesi più concreta. E arriviamo alla stretta attualità, con il futuro dell’argentino tornato clamorosamente in bilico in queste ore e anzi con una pendenza molto più dalla parte della cessione che della permanenza. Che Roma sarà allora quella senza la Joya? E’ inevitabile infatti che De Rossi – del resto la partita con gli inglesi ne era stata la dimostrazione – abbia già in mente una squadra senza di lui, in attesa di capire come finirà la telenovela. Perché se il calciomercato si sta prendendo tutta la scena, dopodomani si inizierà a fare sul serio.
Partiamo dalla strettissima attualità. Domenica sera la Roma debutterà in campionato contro il Cagliari in trasferta. Non è da escludere che, al fischio di inizio, il futuro di Dybala non sia stato ancora deciso, anche perché la deadline che avrebbe fissato il club giallorosso sarebbe per la giornata di martedì. L’ipotesi più probabile è quella di una partenza della Joya col gruppo squadra ma forse, anzi quasi sicuramente salvo clamorosi colpi di scena, soltanto per un impiego eventualmente a gara in corso e non certo dal 1′. Ammesso che ovviamente ci sia nella lista dei convocati. “Non faccio la formazione in base al mercato“, aveva detto De Rossi qualche giorno fa. Mai come adesso allora le sue decisioni ci diranno molto su come si sta gestendo il suo caso a Trigoria.
Se Dybala partirà dalla panchina o non sarà del match, come giocheranno quindi i giallorossi? Contro l’Everton De Rossi aveva alzato Pellegrini sulla linea offensiva, avanzandolo al fianco di Soulé e Zalewski alle spalle di Dovbyk. Una seconda possibilità invece è quella di mantenere il 4-3-3 sul quale DDR sta lavorando da inizio ritiro: in questo caso la sostituzione più logica sarebbe quella con El Shaarawy, l’indiziato numero 1 a scendere in campo contro il Cagliari, oppure con Baldanzi o Zalewski.
La terza strada è quella di riconsiderare daccapo un nuovo modo di giocare (magari a due punte?), ma per adesso è prematuro. Di certo c’è che, a nostro avviso, la Roma perdendo Dybala perderebbe il suo miglior calciatore, peraltro l’unico che ha iniziato dal primo giorno la preparazione e l’unico dei big attorno al quale si stava costruendo la nuova squadra. Certe rivoluzioni, se devono essere fatte, devono essere fatte subito.
Non a caso, all’arrivo di Soulé e Dovbyk tutti parlavano di tridente delle meraviglie proprio con Dybala. “Chiesa al posto dell’argentino: quanto ci perde De Rossi“, titolava un nostro pezzo di qualche giorno fa. Pensate a cambiare il nome dell’azzurro con quello di Boga, ovvero l’esterno per cui Ghisolfi si sta muovendo con decisione. E guai a chi racconta di come Soulé sia già oggi l’erede della Joya. Questa è pura fantasia. Perché intanto c’è “solo” una carriera di mezzo tra l’ex Frosinone e la stella argentina. Dunque nervi saldi e pazienza: i giorni sono cruciali, poi il 30 agosto si tireranno le somme.