La parabola discendente di Karsdorp alla Roma si è conclusa di fatto al termine della passata stagione. O forse ancor prima, dopo quell’errore commesso nella partita con il Bayer Leverkusen. Sta di fatto che, al netto di quell’episodio, oggi il difensore è stato formalmente messo alla porta dalla Roma nonostante il contratto in scadenza tra un anno. Anzi. La società contava di averlo già venduto arrivati a questo punto dell’estate, ma così non è stato. Un problema non di poco conto perché Karsdorp non è un esubero qualunque: il suo ingaggio, dopo sette anni, è di quelli importanti, addirittura maggiore di alcuni calciatori che invece sono al centro del nuovo corso targato De Rossi. Da Matias Soulé, a Baldanzi passando per Cristante.
Eppure, viene da pensare, le strade tra il calciatore e la Roma già si erano separate in passato, con Karsdorp andato via dalla Capitale peraltro nemmeno nel migliore dei modi. Proprio il 14 agosto di 5 anni fa infatti il terzino – non senza risparmiare qualche frecciatina ai giallorossi – era ri-partito alla volta dell’Olanda con destinazione Feyenoord. Proprio il club dal quale, nel 2017, la Roma lo aveva acquistato. La seconda esperienza in patria però per l’olandese durerà soltanto un anno: nel 2020 eccolo infatti rientrare a Trigoria dove si trova ancora oggi, sebbene da separato in casa.
I primi due anni a Roma, nonostante un esborso economico comunque importante – il calciatore fu pagato 16 milioni – non furono brillanti, anzi. Poche presenze, tanti guai fisici. Tanto che dopo appena due anni il terzino aveva compiuto il percorso inverso, passando in prestito secco nuovamente al Feyenoord. La seconda avventura in giallorosso tuttavia sembrò partire con il piede diverso: qualche partita in più e soprattutto il cammino vincente in Conference, segnali di ciò che poteva essere e che invece poi non è stato.
L’anno seguente infatti la società, nel suo ruolo, acquistò Celik, arrivato in teoria proprio per giocarsi con lui il posto da titolare. Oggi, a distanza di qualche tempo, stiamo avendo conferma che entrambe le operazioni non si sono rivelate azzeccate considerando che il club giallorosso sta nuovamente cercando un titolare da quella parte. Il rapporto con il difensore olandese c’è da dire, a differenza del suo omologo turco (che comunque potrebbe restare), è però ormai definitamente incrinato e non più sanabile. Se non sarà addio quest’estate – mancano gli acquirenti – sarà la prossima alla scadenza del suo (lunghissimo) contratto.
Oggi che la storia d’amore tra Roma e Karsdorp, mai sbocciata fino in fondo come visto, è ai titoli di coda fa un certo effetto ripensare a come le parti si erano già separate cinque anni fa. Decisamente non nel migliore dei modi come detto in apertura. “Perché sono andato via? Lì (a Trigoria, ndr) vieni lasciato molto da solo. Ci sono allenamenti in cui non parli con nessuno, ognuno fa le proprie cose“, aveva detto il difensore al momento del rientro in patria. “Quando ero alla Roma ero scioccato. Non avevo fiducia in me stesso in giallorosso durante la preparazione. La partenza? Un peso mi è caduto dalle spalle, la tensione è scomparsa quando ho saputo che sarei potuto andar via“. Oggi dunque la storia si sta ripetendo.