Ciccio Graziani (Foto: ANSA - RomaForever.it)
Ciccio Graziani è stato protagonista da calciatore con la maglia della Roma per tre stagioni, precisamente dalla stagione 1983-1984 a quella 1985-1986. Arrivato nella Capitale subito dopo la conquista dello scudetto del 1983, con il club giallorosso ha conquistato 2 Coppe Italia.
Nel corso della sua brillante carriera da professionista è stato Campione del Mondo con l’Italia nel 1982 e ha vinto uno scudetto da protagonista con la maglia del Torino. Nel 1977 è stato – sempre in maglia granata – anche capocannoniere della Serie A con 21 reti. Una carriera davvero molto importante.
Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, ha provato la carriera da allenatore con risultati altalenanti. In molti lo ricordano anche per essere stato allenatore del Cervia una ventina di anni fa, la squadra romagnola protagonista del reality show Campioni, il sogno. In quell’occasione ottenne una promozione dall’Eccellenza alla Serie D.
Nelle ultime ore ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito al mercato della Roma fino a questo momento. Le sue parole non sono ricche di entusiasmo, per usare un eufemismo. Vediamo che cosa ha detto.
Intervistato dal portale tuttocagliari.net, Ciccio Graziani ha analizzato l’attuale momento del club capitolino e le mosse di mercato effettuate da Florent Ghisolfi in questo primo mese e mezzo di calciomercato. Stando all’opinione dell’ex calciatore, la rosa della Roma è ancora incompleta e meno competitiva di quella della scorsa stagione.
Le sue parole: “Si parla tanto dell’ingaggio di un paio di attaccanti esterni, ma ora come ora non ne vedo nessuno in arrivo. Quindi la Roma deve ancora completare la sua campagna acquisti. Nel complesso la Roma sul mercato ha fatto troppo poco per poter pensare di essere superiore alla squadra dell’anno scorso“.
Pur apprezzando le qualità di Dovbyk e Soulé, quindi, Ciccio Graziani ritiene l’attuale Roma meno forte rispetto a quanto auspicato. Inoltre, ha ammesso che la convivenza fra Dybala e Soulé è assolutamente possibile e che tali giocatori devono essere liberi di esprimersi al di fuori di precisi schemi tattici.