Vanno avanti ormai da settimane i rumors su un possibile acquisto da parte della famiglia Friedkin, delle quote di maggioranza dell’Everton, proprio la squadra contro la quale, la Roma ha disputato l’ultima amichevole estiva a conclusione della tournèe inglese. Il 19 luglio era stata la stessa società di Liverpool a comunicare che le trattative tra Blue Heaven Holdings e la The Friedkin Group in merito ad una potenziale vendita di una quota di maggioranza nell’Everton, si erano concluse con un nulla di fatto.
Ma adesso – secondo quanto riporta footballinsider247 – la trattativa fra le due parti sembra aver ripreso vigore. Insomma, la famiglia Friedkin è sempre più intenzionata a mettere le mani sul prestigioso club inglese. L’idea di fondo sarebbe, secondo la stessa fonte, quella di acquisire una quota del club inferiore al 30%.
In questo modo si aggirerebbe anche l’eventuale problema riguardante la multiproprietà, consentendo ad entrambi i club di poter prendere parte alla stessa competizione europea senza violare la normativa Uefa. A confermare il rinnovato interesse della famiglia Friedkin, è stato Keith Wyness (ex Chief dell’Everton): “Credo che quello che possa succedere, e questa è una teoria che ho sviluppato, è che potrebbe trasformarsi in un affare imprenditoriale congiunto, con lui incluso – ha spiegato l’ex Chief – avrebbe senso per lui, visto che con meno del 30% non avrebbe problemi con la Roma”.
Insomma, non si tratta ormai solo di un pour parler, ma di un interesse concreto che potrebbe concretizzarsi a breve, senza ripercussioni per nessuno dei due club. In ogni caso, si tratta di una ipotesi che non farà felici tanti tifosi giallorossi. In molti adesso temono che i proprietari della Roma possano disimpegnarsi in futuro per concentrarsi sulla Premier League.
Non va però dimenticato che Dan e Ryan Friedkin hanno effettuato investimenti importanti per la Roma, spendendo già circa 100 milioni di euro per rinforzare la squadra e predisporre una rosa in grado di conquistare un posto in Champions League. Una politica che di certo stride con l’eventualità di un disimpegno o della cessione della proprietà.