Classe ’77, Guillermo Giacomazzi è il vice allenatore della Roma e vanta grande esperienza nel mondo del calcio, sopratutto grazie alle oltre 200 partite in Serie A per la maggior parte giocate difendendo i colori del Lecce. Ma non trascurabili pure le esperienze con la nazionale uruguayana e quella al Penarol, squadra, quest’ultima, che presenta peculiarità simili alla Roma in quanto a tifo e passione. Difatti, come nel sodalizio sudamericano, alla Roma Giacomazzi ha sempre percepito di essere in un ambiente molto coinvolgente e “per le strade avverto quanto la gente viva per il calcio”. Il famoso calore che nunca se pò spiega’.
In campo Giacomazzi era un centrocampista proprio come Daniele De Rossi, seppur con caratteristiche diverse. Quando erano entrambi calciatori si erano incrociati in qualche occasioni, ma senza andare oltre. Ma poi le strade hanno tornato ad incrociarsi una volta terminata la carriera di entrambi. E la conoscenza è passata ad un livello superiore, tant’è che oggi Giacomazzi è diventato a tutti gli effetti un uomo di fiducia di De Rossi. “Con Daniele ci siamo conosciuti negli ambienti del calcio e abbiamo condiviso da subito diverse visioni da allenatori” dice. A dimostrazione che la sintonia è scattata in un secondo momento.
Giacomazzi spende tanto tempo nel lavoro quotidiano. “Curiamo diversi aspetti, rivediamo video, parliamo di quello che va bene e su cosa si deve migliorare. Stiamo almeno fino alle 20 di sera riuniti, dalla mattina, cercando di curare ogni dettaglio. Riunioni lunghe, anche di tre ore, ma lo facciamo con piacere”. Le strutture di Trigoria aiutano. E pure iniziare la stagione alla guida della squadra già luglio. “Il nostro metodo di lavoro – almeno in questa fase – prevede che tutti noi tecnici prepariamo e lavoriamo sulle stesse cose, alla pari. Non ci sono gerarchie. Daniele coinvolge tutti, ascolta con attenzione e poi fare le sue valutazioni su come agire”.
Influenzato da Daniel Passarella, ex selezionatore dell’Uruguay, o dal suo vice Sabella, il vice allenatore della Roma dice che la preparazione ha seguito due fasi distinte. Nella prima si è spinto parecchio dal punto di vista atletico. Poi, in modo graduale, si è passati alla tattica. Infine, oltre al corpo, la mente. “Il fattore psicologico credo sia fondamentale, soprattutto guadagnarsi la fiducia dei ragazzi. Daniele è molto bravo in questo: ha capacità dal punto di vista comunicativo. Noi collaboratori dobbiamo essere bravi ed avere la giusta sensibilità per capire le situazioni, per far sì che il gruppo sia coeso. È importante vadano tutti nella stessa direzione”.