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Interviste

Pellegrini: “Io come Giannini? Una cosa non mi piace. Dovbyk è una bestia. Vi racconto com’è De Rossi”

Lunga intervista al capitano della Roma in edicola oggi con il Messaggero: da Totti al suo ruolo di Capitano, fino al rapporto con DDR e Mourinho. E la promessa ai tifosi: “Vogliamo la Champions”

A tutto Pellegrini. Il calendario recita venerdì 9 agosto. Poco più di una settimana e si tornerà a fare sul serio. Per il capitano della Roma sarà una stagione cruciale: lo scorso anno, complice l’andamento generale della squadra, il centrocampista ha avuto alti e bassi, tra infortuni e ciò che poi è successo in panchina con l’avvicendamento tra Mourinho – Pellegrini ha detto di essersi chiarito con lo special one, qui la sua verità su quanto accaduto – e Daniele De Rossi. L’Europeo, c’è da dire, non gli ha risparmiato critiche considerando che anche lui, come il resto dei compagni in azzurro, è rimasto travolto dal disastro della spedizione in Germania. La fortuna è che il calcio ti offre subito la possibilità di voltare pagina.

E Lollo è pronto a scrivere un nuovo capitolo tutto nuovo con la ‘sua’ Roma: a Trigoria è cambiato tanto, tantissimo in queste settimane ma non la considerazione su di lui e sul suo ruolo di leader. Magari meno carismatico – “sono riservato, non posso cambiare“, è il suo pensiero – ma non per questo meno determinante. Il peso di portare una fascia così importante non è indifferente, ovvio. “Io come Giannini? Non lo so ma ci sono cose che non mi piacciono“, ammette Pellegrini.  Sicuramente l’essere arrivato dopo Totti e De Rossi non è stato semplice: “Forse sono meno amato perché meno voglioso di apparire ma non posso farci nulla“. Sulle ambizioni e sull’amore per questa maglia però non arretra di un millimetro e rilancia: “Amo la Roma, l’ho dimostrato più volte. Vogliamo la Champions“.

Pellegrini: “L’ultima stagione la più difficile della mia carriera”

Inevitabile, Mou a parte, non ripartire dall’ultima stagione. “Al livello di condizione, la passata stagione è stata quella più complicata della mia carriera“. L’infortunio al via, le ricadute, e il percorso fino a dicembre mai lineare. “Quando ti fermi perdi tutto quello che hai fatto e devi ricominciare da capo. Ci vuole tempo“. Pellegrini però, che sin dall’arrivo in ritiro, sottolinea il giornalista, è apparso più ‘sereno e tranquillo rispetto al passato’, è sicuro di avere dato sempre tutto” anche se per via del suo carattere introverso spesso il suo atteggiamento è stato scambiato per “poca personalità”. 

Non penso che serva per forza essere plateali” – dice il capitano – “o fingere di essere ciò che non sei. Io sono me stesso e vi assicuro che quando mi metto in testa una cosa la raggiungo”. Insomma se sul campo le cose lo scorso anno non sono andate come preventivate, ed Euro 2024 non ha contribuito a migliorare le cose, l’obiettivo è puntare in alto nella prossima stagione. “Fidatevi di me”, precisa Pellegrini, “sono uno che porta sempre a termine le cose”. E De Rossi questo lo sa bene perché nonostante la rivoluzione in corso a Trigoria per lui Lollo non è mai stato in discussione.

Pellegrini e la fascia di Capitano: “Ci sono cose che non mi piacciono. Forse sono meno amato perché più riservato di altri”

Pellegrini è pronto per la nuova stagione – (RomaForever.it)

Si parla poi del suo ruolo di Capitano e del rapporto con la fascia. “Io come Giannini?“, gli chiede il giornalista che ricorda come quest’ultimo pagò lo scotto di arrivare dopo Falcao, mentre Pellegrini ha raccolto l’eredità di Totti e De Rossi, non proprio due nomi qualunque della storia romanista, ecco. “Non so, ma ci sono cose che non mi piacciano“. Il capitano decide di togliersi qualche sassolino dalle scarpe contro chi, evidentemente, lo critica spesso a prescindere dal suo rendimento in campo: “Ad esempio se un mio compagno recupera dopo aver avuto qualche dolore è un eroe, se lo faccio io vengo deriso“.

Prosegue il centrocampista: “A me dispiace perché non credo di essere mai mancato di rispetto a nessuno. Forse sono meno amato perché meno voglioso di apparire, sono più riservato di altri. Mi dispiace per questo mio modo di essere, che non cambierà mai e per nessuno. Non posso farci nulla se sono fatto così”. “La fascia di capitano condiziona i giudizi? Non credo. Penso conti quello che sei. Dovrei aprirmi di più. Ma andrei contro la mia stessa natura”. C’è spazio anche per qualche passaggio più leggero: Non rido mai? Non è vero, ovvio che in campo è più difficile”.

Il rapporto con De Rossi: “Devo stare attento a quello che dico se no chi lo sente”

Inevitabile arrivare poi alla stretta attualità. Che a Roma si chiama De Rossi. E se sei il Capitano praticamente rappresenti la sua voce in campo. Un ampio passaggio dell’intervista viene riservato allora proprio al pensiero di Pellegrini sull’allenatore, dividendosi tra pregi e difetti. Lollo scherza: “Devo pensarci bene, altrimenti si arrabbia e chi lo sente. Il giornalista chiede come definirebbe DDR con alcuni aggettivi: “Veritiero e preparato“, risponde Pellegrini che sottolinea come lo colpisca ogni volta il modo con cui DDRprepara le partite“.

E arriviamo ai difetti. “Mi vuole mettere proprio in difficoltà“, dice Pellegrini. “Sicuramente lunatico, più che permaloso. Ma all’interno della stessa giornata: è capace di ridere e di tornare arrabbiato dopo mezzora, e di fare così più volte. Non è una transizione normale da un giorno all’altro, è una cosa repentina. Un momento gli rode, l’altro è felice”. “Vabbè ho capito devo cercarmi un’altra squadra”, ritorna l’ironia

Pellegrini, il nuovo stadio, il rapporto con la Roma e con i Friedkin

La penna di Stefano Carina, noto giornalista che si occupa delle vicende giallorosse per il principale giornale capitolino, tira in ballo quindi uno spunto interessante. Lorenzo Pellegrini, di fatto, teoricamente potrebbe diventare il Capitano della Roma che inaugurerà il nuovo stadio, nonché il primo a giocarci dentro. “Il progetto è qualcosa che lascia senza fiato, non mi sembra vero. Sarebbe una cosa eccezionale”.

Si passa allora al rapporto con i Friedkin considerando l’argomento: “Dan e Ryan ci tengono tantissimo a realizzarlo” – spiega Pellegrini – “parlando con loro ho sempre avuto la sensazione che il club non sia soltanto qualcosa che ha a che fare col business. Ne parlano come se fosse una famiglia, una figlia“. Il cerchio si chiude con il legame del Capitano con la città e con la squadra. E ritorna l’aspetto emotivo: “L’amore per questa maglia l’ho dimostrato tante volte, come quando decisi di giocare il derby a tutti i costi che poi mi è costato, non serve baciare la divisa per dimostrarlo, quello può farlo chiunque, anche uno arrivato da 5 minuti”. 

Il pensiero sui nuovi: “Dovbyk mi ricorda Vieri. E su Soulé vi dico”

Pellegrini analizza anche il mercato in entrata della squadra considerando che quest’anno, come detto, saranno tanti i volti nuovi in campo. “Sono tutti bravi ragazzi” – esordisce Lollo sull’argomento – “Soulé mi ha colpito più di tutti. Ha delle qualità per diventare fortissimo. Dovbyk? Mi ricorda Vieri più che Lukaku. E’ una bestia, ama giocare negli ultimi metri dove sa che può segnare“.

Luca Mugnaioli
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Luca Mugnaioli