Detto, fatto. Lo stadio della Roma non è più un’utopia. Questo almeno è possibile affermare a partire da oggi, nella mattinata odierna infatti sono cominciati gli sgomberi nei territori di Pietralata. Primo atto verso il futuro: una nuova struttura sportiva, impianto dotato di tutto, come dimostra il rendering video presentato in Campidoglio qualche settimana fa, e buona volontà da parte degli addetti ai lavori che devono cominciare una traversata di anni.
L’ultimo atto è previsto per il 2027, ma tra il dire e il fare ci sono di mezzo i programmi e la divisione del lavoro. Significa che la procedura poteva essere snellita ulteriormente grazie a qualche ricorso in meno da parte dei residenti, ma qui si apre un altro capitolo ugualmente spinoso. Ci sono persone che perderanno la casa, famiglie che dovranno reinventarsi e questo è il rovescio della medaglia di un’idea che ha 17 anni.
Lo stadio della Roma non è un progetto soltanto dei Friedkin: molti altri hanno provato a farlo, ma i texani ci stanno riuscendo. A norma di Legge. Come certifica il Consiglio di Stato. Infatti, le zone previste per la costruzione non dovrebbero presentare ostacoli. Le strutture presenti finora sono state ritenute abusive. Questo è specificato in una relazione che il Consiglio di Stato ha presentato nei giorni scorsi. I comitati del no al nuovo stadio hanno provato a spiegarsi, persino a parlare con la società giallorossa.
Non c’è stato verso. I ricorsi sono arrivati, ma respinti un po’ alla volta per via di prove insufficienti a giustificare il ricorso allo sgombero. Ora è iniziata la pagina successiva di questa epopea sportiva e sociale. Quella che porterà a terminare i rilievi geologici e archeologici per evitare qualsiasi altro imprevisto e presentare finalmente il progetto di fattibilità al Sindaco. Una documentazione ulteriore che giustifichi ulteriormente il pubblico interesse attorno al nuovo impianto.
Da allegare alla precedente risma di documenti in cui c’è anche il rendering video mostrato qualche settimana fa. Poi si passerà all’ultima parte del lavoro. Quella che prevede l’ingresso in campo – per restare in tema calcistico – di operai e geometri, per farla breve, l’apertura del cantiere con la posa della prima pietra e successivamente cominceranno i lavori. Tutto questo dovrà essere fatto nel minor tempo possibile per arrivare (forse) al 2027 con l’impianto pronto per essere utilizzato. Un primo spiraglio si è aperto oggi, ora manca tutto il resto.