Manca ancora un intero mese o giù di lì alla fine del calciomercato. Quelli che aspettano la Roma, così come del resto tutte le squadre di Serie A, saranno giorni frenetici, specie quando ci si avvicinerà al fatidico gong fissato per il prossimo 30 agosto; in mezzo ci saranno state già due partite di campionato e chi partirà col piede sbagliato si ritroverà schiacciato nel consueto dilemma: tornare in fretta e furia sul mercato – tuffandosi a capofitto nelle trattative last-minute – oppure rimanere “fermi”, convinti del lavoro fatto?
Per quanto riguarda i giallorossi, nonostante una partenza molto a rilento, arrivati ad inizio agosto possiamo dire che la squadra è stata completata per un buon 80%-85%. In vista della prossima stagione, a nostro avviso, mancherebbero soltanto due-tre rinforzi, ammesso ovviamente che il resto della rosa rimanga così com’è: sicuramente un terzino destro e un centrale difensivo (oppure bisognerà recuperare Kumbulla), poi almeno un altro esterno d’attacco e forse un centrocampista. I primi due sono una priorità, gli altri invece un’opportunità. A dettare la linea d’azione di Ghisolfi, una volta presi gli obiettivi principali concordati con società e De Rossi – ossia Dovbyk, Soulè e Le Fee – saranno da qui in avanti però le uscite.
La lista dei calciatori che potrebbero avere mercato in uscita è abbastanza lunga così come quella di coloro che invece di offerte non ne hanno e che però, al contrario dei primi, la società metterebbe volentieri alla porta. Perché far collimare questi due capitoli non è sempre facile, anzi. Partiamo da questa seconda categoria, ovvero quella degli esuberi. Di Karsdorp si sono perse le tracce in tutti i sensi: al margine del progetto, Ghisolfi sperava di trovargli una sistemazione. Se non ci si riuscirà l’esterno saluterà tutti tra un anno a parametro zero. Poco male verrebbe da dire. Discorso più o meno uguale a quello di Solbakken reduce dalla per nulla positiva esperienza in prestito in Giappone. Liberarsi di lui e del suo ingaggio sarà tutt’altro che semplice.
Diversa la situazione invece di Shomurodov e Darboe: il primo è nel mirino del Verona, il secondo è conteso da diversi club di Serie B, tra cui Salernitana e Frosinone. C’è poi il caso Kumbulla: il flop in giallorosso è conclamato, eppure l’investimento su di lui era stato importante. Di certo le aspettative sul difensore erano molto alte e invece il campo ha detto altro, con la sua esperienza che può considerarsi già al capolinea. A meno che De Rossi non decida di provare in qualche modo a rilanciarlo considerando che nel reparto arretrato ancora manca qualcosa. Ma è difficile. Che fare allora con il difensore? L’ideale per Ghisolfi, anche in questo caso, sarebbe la cessione oppure un nuovo prestito dopo quello senza fortune al Sassuolo. Chiudiamo con Smalling: anche in questo caso Ghisolfi ha provato la strada della cessione – il famoso in-out con lo svincolato Hummels (che a proposito è ancora libero) – ma tutti i vicoli si sono rivelati fin qui ciechi.
Veniamo ora al restante gruppetto di giocatori per i quali il discorso è profondamente differente. Spieghiamo. Se a De Rossi venisse proposto di lasciare la rosa così com’è – al netto degli esuberi sopracitati – aggiungendo i tasselli che ancora mancano (terzino, difensore e un altro esterno) probabilmente DDR, come si usa dire in questi casi, ci metterebbe la firma. Questo per dire che, tutto sommato, se alla fine i vari Bove, Abraham, Zalewski, El Shaarawy, ossia i calciatori finiti al centro di rumors e trattative di mercato più o meno avviate, dovessero restare all’allenatore andrebbe pure bene. Si tratta di giocatori nel complesso funzionali che gioverebbero alla causa giallorossa in una stagione densa di appuntamenti.
Ma c’è il classico “ma” del mercato. Tra la possibilità di ricevere offerte importanti, e dunque ottenere risorse fresche da riversare sugli acquisti considerando che i Friedkin hanno speso già tantissimo, nonché la volontà di qualcuno magari di andare altrove per avere più spazio, la possibilità che qualche calciatore tra quelli menzionati possa salutare Trigoria è da tenere in considerazione. Così come per quanto riguarda Cristante, dato che per il centrocampista in queste ore si sono registrate le sirene inglesi dell’Aston Villa. Insomma, una situazione tutta in divenire: perché escluse le priorità, se dovesse uscire qualche pedina a quel punto la Roma si muoverà per prendere i loro sostituti.
“A volte nel mercato bisogna prima parlare di uscite e poi di entrate”, aveva detto De Rossi qualche giorno fa. E il tutto ben coincide con il ragionamento fatto poco fa. Ma c’è qualcuno di veramente intoccabile sul quale DDR ha posto il veto in ottica cessione? Ebbene, l’allenatore non ha fatto mai mistero di avere i suoi “punti fermi”. E non potrebbe essere altrimenti. Ma non li ha mai voluti rivelare perché il calciomercato, si sa, “è troppo imprevedibile“. “Magari pensi che qualcuno deve andare via e non lo fa, resta e magari fa pure una stagione di alto livello. Ma può succedere anche il contrario“, era stato un altro stralcio del De Rossi-pensiero in questa preseason.
Ora però, stando all’indiscrezione fornita dal conduttore di Radio Radio Ilario Di Giovambattista, sarebbero emersi i nomi di alcuni calciatori che l’allenatore avrebbe chiesto alla società di tenere, anche a fronte di eventuali offerte. Si tratterebbe del portiere Svilar – che si sta mettendo in mostra in questo ritiro – e di Ndicka, ovvero uno dei tre centrali difensivi a disposizione in rosa oltre a Mancini e Smalling, escludendo Kumbulla per i motivi già espressi. Del resto a DDR è stato affidato il compito di guidare (anche) il mercato: e questo retroscena ne sarebbe soltanto l’ulteriore riprova.
A questo mini-elenco ci sentiamo di aggiungere anche Dybala, specie dopo la fine della validità delle famose clausole rescissorie. “Per De Rossi tutti sono cedibili tranne il portiere Svilar e il difensore Ndicka”, ha rivelato il giornalista della nota emittente romana. Il che non vuol dire – ma pensiamo di aver espresso bene il concetto – che gli altri andranno via, anzi. Da Abraham a Bove: se saranno ceduti ok, se resteranno forse sarà anche meglio.