Esserci sempre, arrendersi mai. Un motto che ha intriso i manuali del calcio di retorica, ma alla fine – forse – si riduce davvero tutto a questo. La Roma sta cercando di capirlo insieme a chi l’ambiente lo conosce a memoria. Daniele De Rossi, passato e presente di questo collettivo. Futuro non c’è neanche bisogno di sottolinearlo.
Quando si firma un contratto di tre anni, essendo tifoso e giocatore già da prima, è naturale che fare i conti con l’infinito diventa più facile. La strada da percorrere è tanta, ancora insieme, sempre per mano. Ma bisogna, per prima cosa, fare la pace con i sospesi. Ci sono tanti punti interrogativi attorno a questa Roma.
Il primo è il mercato, ma l’impressione è che la smania ce l’abbia soltanto chi vive da fuori questa squadra e questa società. Fino a qualche settimana fa DDR allenava la Primavera, si può dire, mancavano i titolari (chi perchè ancora in vacanza, chi perchè in emergenza) e le falle dal mercato non erano ancora state risolte.
Ora, a distanza di 15 giorni, la Roma ha un esterno d’attacco, un centrale offensivo, il terzino sinistro, il secondo portiere e presto anche un centrocampista. Senza contare i colpi ancora da mettere a punto. Segno che questa Roma è un diesel, ma quando accelera sembra non avere rivali. Mentre De Rossi aspetta segnali dal mercato, cosa fa? Lavora con quello che ha.
Al pari di ogni allenatore che si rispetti. Una situazione in divenire va alimentata e soddisfatta con gli ingredienti giusti che non passano solo ed esclusivamente dal portafogli. Chi più spende meno spende (la Roma ha speso quasi 100 milioni in entrata), ma non è solo questo. Chi è più chiaro meno rischia. L’altro mantra che stanno imparando a Trigoria e il tecnico ha sempre insistito su tre punti: fame, pazienza e qualità.
Quindi, questa non sarà ancora una Roma completa, ma è una Roma consapevole. È sufficiente vedere come arriva in campo. Dà tutto, persino quando non sembra farcela con la tecnica. La voglia sembra soppiantare tutto il resto. Poi ci sono la pazienza e la qualità. La prima è quella che ha sfoggiato Daniele De Rossi, anche in conferenza stampa questo periodo: “Sono l’unico che ha pazienza in questa città perchè so con chi lavoro” – ha detto – e la qualità è quella che consente a tutti di fare la differenza.
La Roma, a prescindere dagli interpreti, non improvvisa più la giocata. DDR infatti ha dato uno spartito da seguire: qualche volta riesce, qualche volta no. Traspare, però, l’impressione di avere le idee chiare. Siamo all’inizio e, quindi, tutto va alimentato e valorizzato. Già ora però è possibile vedere un progetto. Una lavagna solida con tre parole chiave da portare avanti: fame, pazienza e qualità. Non è poco, anzi è tutto.