A Rieti la Roma affronta l’Olympiakos prima di partire per la seconda parte di ritiro in Inghilterra. Daniele De Rossi prova gli schemi in attesa di verificare le condizioni dei nuovi acquisti: spazio anche per Soulè in questa sgambata, ma il vero protagonista – suo malgrado – è proprio DDR dalla panchina. Il tecnico giallorosso è apparso molto composto nei primi minuti di gara.
Pellegrini sblocca la partita su rigore, poco più tardi, intorno al 19′ pareggia la squadra ospite con un altro penality a causa di un’ingenuità di Celik. In quell’occasione De Rossi si confronta con il guardalinee e quest’ultimo gli fa notare che deve cambiare maglietta. Il motivo è il colore. La maglia societaria è troppo simile a quella indossata dai giocatori in campo della Roma.
Non appena il tecnico esce dalla panchina, rischia di confondersi con gli undici sul rettangolo di gioco. Allora Daniele De Rossi, senza troppi convenevoli, annuisce e cambia maglia in un istante. Dentro la classica casacca rossa ad accompagnare i pantaloni della tuta. Piccolo aneddoto per gli spettatori di Rieti che hanno anche apprezzato un Daniele De Rossi “senza veli” per qualche istante.
I tatuaggi sono finiti in evidenza, sembrava essere tornato calciatore. È stata, tuttavia, solo un’illusione: l’allenatore di Ostia si riposiziona in panchina subito dopo e continua a dare ordini ai suoi, trova equilibrio e cerca di comunicare compattezza e velocità nel tocco di palla. Le basi per il futuro ci sono, ma qualche meccanismo deve essere ancora sistemato.
I giallorossi non sono ancora un cantiere aperto, ma manca qualcosa per completare il mosaico. Uno scacchiere tattico che, attualmente, vanta figure importanti e ha solo bisogno di qualche valido rincalzo. La panchina lunga è il solo antidoto al calendario denso di impegni che attende i giallorossi.