Roma, il motivo della rinuncia alla montagna lo rivela il preparatore atletico

Rompendo con la tradizione, la Roma sta svolgendo la preparazione a Trigoria: il preparatore atletico ne spiega le ragioni

Giulio Benatti -
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Giovanni Brignardello roma
Giovanni Brignardello durante una seduta d’allenamento della Roma – asroma.com (romaforever.it)

 

A qualcuno potrà sembrare strano rimanere in città, nel centro sportivo di Trigoria, per svolgere la prima parte di precampionato con un gruppo di professionisti come quello di De Rossi: dubbi leciti a cui il preparatore atletico della Roma, Giovanni Brignardello, risponde nel corso della lunga intervista rilasciata sul sito ufficiale del club. In effetti, l’esperienza comune di ognuno di noi ci fa credere che in un clima così rovente come quello capitolino di questo periodo persino un atleta amatoriale avrebbe difficoltà a svolgere la sua attività fisica quotidiana. Ma di fronte a questi luoghi comuni, un preparatore esperto come Brignardello sa come rispondere in maniera esaustivamente.

“Allenarsi qui è fondamentale – inizia Brignardello – anche perché la proprietà, con i suoi investimenti, ha messo a disposizione un centro davvero all’avanguardia, dove non manca nulla. La struttura è importante sia per il modo di lavoro, sia per i messaggi indiretti che mandi ai giocatori. Faccio un esempio: se hai una palestra molto ben attrezzata, significa che per te il lavoro in palestra è importante. Se tu hai una zona di recupero con piscine e altre strutture di primo livello, significa che per te la fase di recupero è importante. Qui c’è tutto, di questo siamo assolutamente soddisfatti”.

Gli inizi della carriera nella Sampdoria, chiamato da Beppe Marotta, allora ad blucerchiato. Con De Rossi il rapporto risale all’esperienza in Nazionale tra il 2016 e il 2018. “Su questo aspetto della montagna – continua il preparatore – c’è un equivoco di base. Intanto, l’altura deve essere almeno di 2 mila metri. Poi, se soggiorni in montagna hai degli effetti fisiologici che poi spariranno. Per noi, che abbiamo una competizione spalmata su 10 mesi è assolutamente insignificante. Secondo, andando fuori non avresti a disposizione tutte le strutture come qui. Terzo, la prima partita a Cagliari sarà il 18 di agosto. La scelta di andare o non andare in ritiro è basata su altri principi”.

In poche parole, il preparatore atletico della Roma rivela la scelta di rimanere a Trigoria per affrontare la prima parte del precampionato. Una scelta che non danneggerà la preparazione della squadra nel lungo periodo. “Il lavoro in altura ha senso quando devi preparare delle competizioni che si svolgono in un determinato periodo, a breve termine. Se si prepara una maratona o la partecipazione alle Olimpiadi potrebbe avere senso. Nel calcio il lavoro fisico è più a lungo termine. Noi andremo in Inghilterra, quando avremo buona parte dei giocatori per iniziare un lavoro su tutti gli effettivi. Andare in qualsiasi posto con 8-9 giocatori non ha molto senso”.