L’assist, involontario, lo ha dato Daniele De Rossi in conferenza stampa contro il Tolosa: “Devono arrivare altre pedine importanti”. Il riferimento era agli esterni. La certezza è che Soulè non sarà l’unico nuovo acquisto in quella zona di campo. Serve, infatti, un comprimario dalla parte opposta nel medesimo settore.
Le parole di DDR rappresentano, forse, l’ennesimo squillo a Federico Chiesa. Il calciatore con il tecnico giallorosso ci ha parlato due volte negli ultimi mesi. Una prima chiamata c’è stata a febbraio e una seconda all’inizio di luglio. Forse qualche giorno prima. Sembrava essere tutto a posto. Il progetto Roma stuzzicava l’ex esterno offensivo della Fiorentina, ma poi qualcosa si è rotto.
Non per la Juventus che avrebbe chiuso volentieri e prima la trattativa per il calciatore: i motivi sono due. Il primo riguarda l’accordo di massima con la Roma che era già in essere (20 milioni più cinque di bonus), mentre il secondo va a toccare un tasto dolente. Matias Soulè: Roma e Juve infatti si stavano parlando per Chiesa e alla fine a fare le valigie in direzione della Capitale è stato l’argentino ex Frosinone.
La Vecchia Signora voleva venderlo a cifre diverse. Leggermente di più rispetto ai 30 milioni che è riuscita a strappare ai giallorossi, ma la volontà del calciatore di cambiare aria ha influito non poco. Se la trattativa con Chiesa si fosse risolta subito, o meglio: quando c’era l’accordo iniziale, probabilmente questo duplice avvicendamento non ci sarebbe stato. Invece attualmente Ghisolfi porta Soulè nella Città Eterna e congela – se così si può dire – Chiesa.
La trattativa è conclusa? No, in primis perchè giallorossi e bianconeri continuano ad avere un rapporto diretto e in secundis perchè l’ex Fiorentina non ha ancora deciso cosa fare del proprio futuro. La Roma lo stuzzica, ma non si sente stimolato abbastanza. Voleva un aumento di ingaggio, con extra su gol e presenze, i giallorossi glielo hanno dato.
Neanche questo è bastato a sbloccare definitivamente una trattativa che sembrava ultimata. Risultato: la Roma, terminata l’ultima proposta contrattuale all’esterno, non si è più mossa. La Juventus, nel frattempo, è andata in Germania e Chiesa è stato escluso da Motta. I bianconeri sono tornati alla base il 26 luglio scorso e l’esterno non ha ancora fatto sapere cosa intende fare.
Sicuramente, a prescindere dalla Roma, Chiesa non resterà in bianconero. Giuntoli, DS della Vecchia Signora, gli ha dato l’ultimatum: deve andare via il prima possibile. Altrimenti resta a Torino per una stagione a fare il rincalzo. Senza contratto perchè il rinnovo con la società bianconera non è un’opzione. Ci sarebbe il Tottenham che, secondo voci di corridoio, sarebbe pronta a mettere sul piatto una cifra tra i 30 e i 35 milioni. L’offerta è arrivata ufficialmente? Ancora no.
Il motivo è semplice: gli Spurs seguono Chiesa, ma ritengono la cifra troppo alta. Soprattutto sulla base dell’accordo che la Roma, nel recente passato, aveva raggiunto con la Juventus. I numeri erano (e sono, perchè la proposta c’è ancora) decisamente più bassi. Morale: Chiesa non ha ancora una sistemazione precisa, fa a pugni con l’ambizione di un altro anno da protagonista e offerte (concrete) che non arrivano.
Sul giocatore, avanti nella trattativa, c’è solo la società giallorossa che però non farà un passo. Dovrà essere lui a dire sì. Solo in quel momento i rapporti potranno riprendere e la compravendita potrà chiudersi, per la gioia (eventuale) della Roma e sicura della Juventus che con i soldi di Chiesa vuole arrivare ad altro. Il Tottenham al momento resta sullo sfondo, l’interesse c’è ma occorre anche un’offerta. Altrimenti lo stallo resta e il tempo passa: una variabile che, a questo punto del mercato, diventa un lusso.