In principio era Chiesa. Poi è arrivato il mancato rinnovo – giudicata troppo esosa la richiesta dell’attaccante bianconero dalla società – quindi le trattative che non sono andate in porto. Né con la Roma, né con le altre. Morale della favola, Giuntoli è dovuto correre ai ripari intanto mettendo alla porta il gioiellino della next gen Matias Soulé, venduto proprio ai giallorossi, ottenendo così la liquidità necessaria per provare l’assalto a Koopmeiners, il vero obiettivo di quest’estate dalle parti di Torino. Anzi, a dirla tutta, in ottica bilancio, la cessione dell’argentino vale molto di più perché sebbene non siano arrivati tutti i soldi chiesti (35 milioni) la plusvalenza è totale. E di questi tempi serve come il pane.
Poco importa se si perde in prospettiva, life is now, come recitava una pubblicità tempo fa. Serve tutto e subito, pazienza se sull’altare finiscano sacrificati i giocatori del domani. Il presente juventino è fatto però anche di Chiesa: già, che fare ora con l’esterno ‘recalcitrante’? La verità è che ora l’attaccante azzurro rappresenta un problema e non certo di poco conto. Pagato quattro anni fa a peso d’oro alla Fiorentina (quasi 50 milioni), il suo contratto scadrà tra un anno. Per non perderlo a zero servirà dunque cederlo quest’estate ma gli scenari sono tutt’altro che semplici per la Dirigenza bianconera.
“Federico è un calciatore nostro, poi vedremo cosa succederà“. Queste le parole pronunciate ieri in conferenza stampa pre-partita da Thiago Motta prima di scendere in campo contro il Norimberga, compagine della Serie B tedesca. Partita peraltro finita malissimo per i bianconeri – sconfitta 3-0 – con una squadra ancora da work in progress, è evidente. Tornando alle parole su Chiesa c’è da dire che il concetto espresso è stato lo stesso riferito a proposito di Soulé per intenderci. L’ex tecnico del Bologna, è chiaro, ha scelto la via della diplomazia ma la realtà dei fatti è evidente: entrambi non hanno giocato la partita e sono pronti ad andar via da Torino.
Per il primo la destinazione è sicura: salvo contrattempi arriverà domani a Roma. Per il secondo invece il futuro è tutto da scrivere. Chi sarà disposto a versare almeno 25-30 milioni nelle casse dei bianconeri? Difficile al momento dirlo con certezza. La Juve, scottata di quanto avvenuto proprio con i giallorossi – i tentennamenti del calciatore hanno fatto saltare di fatto il tutto – adesso dovrà provare a trovare soluzioni alternative. Altrimenti bisognerà tentare di re-inserirlo nel progetto ma comunque, senza rinnovo del contratto, l’epilogo il prossimo 30 giugno 2025 sarà comunque lo stesso.
Partita come una semplice provocazione qualche settimana fa, oggi forse è qualcosa di più, proprio per come si sono evoluti gli scenari nel mese di luglio. La Roma come detto a Chiesa ha preferito l’investimento sul giovane Soulé e di altri acquirenti per ora nemmeno l’ombra. Ecco allora che il possibile scambio con una pedina attualmente in forza al Napoli di Conte potrebbe non essere più soltanto una notizia butta lì per caso quasi come fossimo al Fantacalcio. Il calciatore in oggetto? Giacomo Raspadori.
Intendiamoci. La soluzione sarebbe tattica e non certo economica, in attesa chiaramente di capire come verrebbe imbastita una trattativa di questo tipo. Chiesa piace al tecnico partenopeo che però gli offrirebbe una stagione senza il palcoscenico internazionale – la famosa “offerta dall’estero” che aspettava l’attaccante azzurro ai tempi dell’interessamento della Roma – mentre Motta avrebbe comunque un giocatore duttile da utilizzare sia come vice Vlahovic che come esterno d’attacco. Ipotesi o possibilità concreta dunque? Chissà. Ma in ogni caso sarà comunque un “piano B” che non farebbe fare alla Juve i salti di gioia.