Quanto conta nel calcio di oggi l’aspetto umano? In questi tempi frenetici di mercato, dove le valutazioni dei giocatori sfuggono spesso a qualsiasi logica e dove a contare sembrano essere soltanto interessi e milioni, i dettagli possono ancora fare la differenza. E se quel ‘dettaglio’ si chiama Zlatan Ibrahimovic, le cose cambiano eccome. La competenza, l’autorevolezza, il prestigio del singolo possono ancora fare la differenza? Decisamente sì.
A Roma ci siamo passati da poco con Mourinho, un allenatore che, a dispetto di una carriera recente non brillantissima, è stato capace di convincere un campione del calibro di Dybala a sposare la causa giallorossa nel momento decisivo della sua carriera. “Quelle sue telefonate non mi hanno lasciato dubbi“, aveva detto la Joya due anni fa. E adesso, seppur in Turchia, lo special one ci sta riprovando con En-Nesyri, sfidando, ironia della sorte, proprio la Roma sul mercato. Uomini di calcio, ex giocatori o meno, comunque di spessore e dalla comprovata personalità nel mondo del calcio, capaci di avere un peso specifico nell’ambiente. Persone che, insomma, possono rappresentare il classico ago della bilancia nei momenti di stallo.
Il caso Morata: “Ho scelto il Milan per Ibra”
La riprova di questo ce l’ha data anche il recente caso Morata, fresco di firma in queste ore con il Milan. Uno che, prima che arrivasse il tempo dei Soulé e dei Sorloth, era finito nel mirino della Roma, è inutile nascondercelo. Poi però Ghisolfi ha virato verso altri obiettivi. Ieri tuttavia il neo attaccante rossonero, presentatosi sul mercato niente meno che da campione d’Europa, ha rivelato un interessante retroscena sulla trattativa che lo ha visto approdare a Milanello.
Certo, qualche malalingua dirà che per il Milan è stato soltanto un piano “B” – che poi è la verità eh, visto com’è finita con Zirkzee – sta di fatto che per i giallorossi, soprattutto a quelle cifre, Morata avrebbe fatto comodo eccome. Ma cosa è stato a convincerlo a scegliere i diavoli come destinazione anziché Trigoria o altre squadre? La risposta dell’attaccante spagnolo è stata eloquente quanto diretta: “Un semplice motivo, la fiducia in Zlatan”. Gli uomini di calcio contano. E lo fanno ancora oggi al tempo degli sceicchi e del business a tutti i costi.
E se la Roma avesse avuto “un Totti alla Ibra” come sarebbe finita? La riflessione per il futuro
Con i se e con i ma, è risaputo, non si va molto lontano. Una domanda però sorge spontanea? Se la Roma avesse avuto una figura in società come quella di Ibra – e il primo riferimento non può che andare ovviamente a Francesco Totti – l’esito della trattativa sarebbe stato diverso? Non lo sapremo mai, chiaro. Semmai, più che alimentare allora inutili rimpianti, l’interrogativo potrebbe fornire uno spunto ai Friedkin per il futuro.
Perché non ragionare infatti sull’inserimento di un profilo “alla Ibra” per dare più forza al mercato di Ghisolfi? Perché un conto è avere a che fare con un DS conosciuto solo dagli addetti ai lavori, un conto – soprattutto con una proprietà forte sì ma non certo nella comunicazione con l’esterno – è avvalersi di un interlocutore carismatico, capace di spostare gli equilibri fuori dal campo. Quindi, va bene la storia sulla maglia, ma anche averne una da sfruttare in carne ed ossa, magari da affiancare proprio a De Rossi e Ghisolfi, potrebbe aiutare e non poco.
Un esperimento già tentato e fallito? Sì ma…
E’ vero Totti e la Roma ci hanno già provato in passato dopo il ritiro del Capitano dal calcio giocato. Ma non aveva funzionato. Del resto più volte lo stesso pupone ha detto, ribadendolo anche recentemente in un’intervista, “di aver già dato e che non sarebbe tornato più“. Anche perché il suo nome viene sventolato e tirato fuori alla bisogna ogniqualvolta le cose non vanno per il verso giusto. Nel calcio però, come nella vita, scomodando Venditti, “certi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano“. Il passato è passato, nel 2019 c’era ancora Pallotta mentre ad oggi è cambiato tutto. E i Friedkin? Al momento nessuno si è mai sbilanciato sull’argomento. Il caso Ibrahimovic però è destinato a fare scuola.