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Calciomercato, come si decide quanto costa un calciatore

Mentre siamo nel pieno della sessione estiva delle campagne acquisti dei vari club in tutto il mondo, Serie A inclusa, cerchiamo di capire cos’è che determina il prezzo di un giocatore oggi. L’analisi

Il mondo dorato del pallone rappresenta ancora oggi un universo a sé stante, che sfugge alla logica della società in cui viviamo. Non c’è nessuna proporzione con l’esistenza di noi “comuni mortali“, soprattutto per quello che riguarda le valutazioni dei calciatori e gli stipendi netti che ogni anno percepiscono. A colpire, lasciando da parte per un momento il discorso etico, non è poi tanto il caso del fuoriclasse, dai Ronaldo ai Mbappé, quanto piuttosto i costi che si celano dietro al mercato di giocatori decisamente più mediocri e che pure movimentano fior fior di milioni. Salvo poi, il più delle volte, non confermare in campo il loro valore presunto. 

Negli ultimi anni, complice l’esplosione della bolla calcistica araba, abbiamo assistito ad un rialzo generale dei prezzi per qualunque tipo di calciatore. Bastano poche partite di livello, qualche gol, e subito le valutazioni schizzano alle stelle. Non a caso da più parti si chiede una maggiore sostenibilità al mondo del pallone perché – tranne qualche top club per cui le regole finanziarie sembrano non valere – continuando così molte società sono destinate al fallimento. Al di là di questo però cos’è ad oggi a determinare il costo di un calciatore? Esistono elementi oggettivi o è soltanto materia per gli speculatori? Cerchiamo di saperne di più.

In questo articolo:

  • “Mister X, quanto mi costi?”: sul mercato valutazioni spesso fuori controllo
  • Affare o meteora? Il rischio sempre più alto per le società
  • Cos’è a stabilire il costo di un calciatore oggi
  • Il caso Transfermarkt.com
  • Perché oggi i calciatori costano di più rispetto al passato: il motivo
  • “In dieci anni prezzi triplicati”
  • Chi costa di più non è automaticamente il più forte
  • Sostenibilità e calcio si incontreranno mai? Gli scenari

“Mister X, quanto mi costi?”: sul mercato valutazioni spesso fuori controllo

Se allora tutti i tifosi sognano – e chiedono – il grande colpo di mercato, le società sono costrette a destreggiarsi tra procuratori sempre più avidi, commissioni e stime dei calciatori, anche di medio livello, fuori controllo. Qualche settimana fa vi avevamo fatto l’esempio di Retegui, attaccante del Genoa, la cui valutazione stimata-presunta si aggirava attorno ai 30 milioni. Una somma che forse, anzi sicuramente, nessuno sborserà quantomeno in estate. Complice il flop azzurro. Ma di casi così ce ne sono a bizzeffe.

Per abbattere i costi le strategie allora sono diverse e ormai abbiamo imparato a conoscerle. Dalle formule sempre più fantasiose d’acquisto, passando ai ben noti bonus, fino ad arrivare agli stipendi spalmati su più anni per ridurre gli ingaggi. Morale della favola, tranne qualche eccezione, le squadre ogni anno si ritrovano puntualmente tanti esuberi sul “groppone” difficili da piazzare in giro, se non ricorrendo a nuovi prestiti sperando di rivalutarli. In una specie di loop quasi senza fine.

Affare o meteora? Il rischio sempre più alto per le società

E se un tempo i costi rispecchiavano molto di più il valore reale dei calciatori e la loro carriera soprattutto, oggi spesso non è più così. Guardate ad esempio il recente caso di Vlahovic, passato dalla Fiorentina alla Juventus per una cifra vicina agli 80 milioni di euro dopo appena pochi mesi giocati ad alto livello. E che dire di Zirkzee volato pochi giorni fa in Inghilterra per quasi 50 milioni? Abbiamo citato due casi limite, è vero, perché forse col tempo il loro valore sarà rispecchiato, ma in altri casi, la maggioranza, non è stato così. Un po’ come accadde con Piatek per il Milan, ecco. Insomma, ormai basta poco e le società, per timore di farsi sfuggire l’affare del secolo, sono pronte ad investire tantissimo. Con il risultato di polverizzare milioni per semplici meteore perché gli Haaland e i Salah, o i Totti del passato, non nascono tutti i giorni.

Cos’è a stabilire il costo di un calciatore oggi

Ma chi è allora a stabilire il prezzo di un cartellino? Ovviamente il mercato con le sue leggi, né più, né meno di quanto avviene in altri settori dell’economia. Poi ci sono le società che, come qualsiasi azienda, puntano a vendere al massimo prezzo possibile e a comprare alle condizioni più vantaggiose. Una ruota insomma (in cui a giocare un ruolo fondamentale sono ancora le capacità dei Dirigenti, ma questa è un’altra storia). Su questo argomento esistono dei portali specializzati che, incrociando tutta una serie di fattori, sono in grado di stabilire il valore di mercato di un determinato calciatore, nonché riportarne le sue oscillazioni nel corso del tempo.

Il caso Transfermarkt.com

Tra questi il sito probabilmente numero 1 al mondo in questo senso è Transfermarkt.com. Il portale prende in considerazione tutta una serie di fattori oggettivi che portano alla valutazione del calciatore “X” in quel determinato momento storico. A spiegare il funzionamento del portale era stato Aniello Luciano, Lead of Content di Transfermarkt Italia, qualche tempo fa in un’intervista rilasciata a GQ Italia. Ebbene, ci sono i dati anagrafici chiaramente, poi incidono le prestazioni in campo, dunque minuti giocati, assist, gol, ecc, nonché le condizioni psico-fisiche del calciatore sul lungo-medio periodo, considerando ad esempio la propensione agli infortuni. Quindi le apparizioni internazionali, tra coppe e Nazionali di appartenenza.

Tutto questo viene incrociato con altri elementi quali: il campionato di riferimento, lo status della squadra in cui milita, la situazione globale economica del momento. E ancora fattori esterni al mondo del calcio (come la recente pandemia da Covid). Non vengono tralasciati poi elementi all’apparenza secondari ma che ad oggi rivestono un peso rilevante specie in sede contrattuale: il marketing, i diritti di immagine, la possibilità per i club di realizzare plusvalenze, eventuali diritti di ricompra, e così via. Una visione a 360° dunque che non tralascia alcun dettaglio restituendo una fotografia puntuale di ogni singolo calciatore.

Perché oggi i calciatori costano di più rispetto al passato: il motivo

Zirkzee, dopo soltanto un anno ad alti livelli (ma col Bologna) è stato pagato quasi 50 milioni di euro – (RomaForever.it)

Ma perché oggi i calciatori al livello generale, e non solo i top players ribadiamo, costano così tanto di più rispetto al passato? Prendiamo soltanto l’attuale sessione di calciomercato: in cima alla classifica dei trasferimenti più alti e al valore di mercato, oltre chiaramente a Mpappé (il primo con i suoi 180 milioni di euro), troviamo anche, per fare qualche esempio, Max Kilman, 27enne difensore centrale pagato dal West Ham 47 milioni di euro, o lo stesso Zirkzee, arrivato a Manchester per 42 milioni dopo appena un anno “al top” giocato al Bologna (!). Restando in Serie A ecco il caso di Buongiorno, da Torino a Napoli per circa 35 milioni+bonus. Insomma, botteghe care, carissime che fanno gongolare chi vende, meno chi compra, in attesa che arrivi il proprio turno.

“In dieci anni prezzi triplicati”

Sul perché i prezzi siano così aumentati rispetto al recente passato – “addirittura del triplo in dieci anni” – era stato Raffele Poli (Direttore del CIES Football Observatory) a dare una chiave di lettura:

“Il mercato è inflazionato perché una decina di club al mondo pagano tanto e spingono tanto sotto questo aspetto. Così si determina un effetto a cascata. Se un club medio vende a maggior prezzo, di conseguenza potrà spendere di più. Il Covid aveva frenato un po’ il trend, adesso si sta ritornando all’inflazione”

Chi costa di più non è automaticamente il più forte

E si ritorna al punto di partenza. Oggi chi viene trasferito a cifre maggiori non è automaticamente il più forte rispetto ad un pari ruolo che costa magari di meno solo perché militante in altro campionato, dove girano meno soldi. Basti pensare al gap tra l’Inghilterra e l’Italia dove, a fronte di ricavi per i club inglesi molto più alti dei nostri, i calciatori hanno costi decisamente maggiori. Aggiungeva Luciani:

“Alla fine il calciomercato resta comunque un gioco tra le parti. Acquirente e venditore stabiliscono le regole. Il prezzo pagato dal PSG per Neymar poteva sembrare eccessivo ma ha segnato un punto di non ritorno. E i costi sono aumentati in maniera esponenziale per tutti”.

Sostenibilità e calcio si incontreranno mai? Gli scenari

Un possibile rimedio? Una volontà comune di dire basta alle valutazioni al rialzo e alle commissioni senza logica da corrispondere nei trasferimenti. Un ritorno cioè a stime più sobrie, congrue e soprattutto maggiormente in linea con il reale valore dei giocatori, specie per quelli “ordinari”. Ma dato che alla fine tutti guardano e continuano a guardare esclusivamente ai propri interessi sarà davvero un obiettivo difficile da perseguire.

Luca Mugnaioli
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Luca Mugnaioli