Le Fee, Ryan, il riscatto di Angelino, l’arrivo di un baby talento per la Primavera, Sangarè. Tanto? Poco? Questo ad ogni modo recita la campagna acquisti fino ad oggi per i giallorossi. Di fronte ai tanti nomi che stanno facendo sicuramente sognare la tifoseria giallorossa (qui le ultime news) la cruda e dura realtà ci racconta tuttavia di una campagna acquisti targata Ghisolfi ancora in ritardo. Purtroppo, senza timore di essere bollati come catastrofisti, è una verità con cui dobbiamo fare i conti nella speranza – ovviamente – di essere smentiti a stretto giro. Da Soulé agli altri.
Il problema più grande, a nostro avviso, è che DDR ancora non è stato messo nelle condizioni di lavorare al meglio in quello che di fatto è il suo primo ritiro da allenatore ad alto livello. C’è poco da fare. Non è certo un mistero infatti che il mister stia gestendo una rosa striminzita fatta peraltro anche di calciatori che probabilmente presto andranno via. E che quindi non faranno parte della Roma del prossimo futuro. Di questo tema si è parlato stamattina a Radio Radio mattino sport & news e le critiche alla società dei Friedkin non sono mancate.
Tante parole, pochi fatti, questo il concetto fondamentale di cui si dibatte. Almeno per il momento ribadiamo. Il calendario recita però 16 luglio: domani ci sarà il primo test in campo (contro il Latina, ndr) poi sarà la volta del Kosice prima degli impegni di livello internazionale – su tutti Olympiakos e Everton – ad agosto. Ed ecco che arriverà il campionato. Ovvio, i conti si fanno alla fine e il tempo dei giudizi è lontano. Ma serve cambiare marcia. Da settimane ribadiamo che, al di là dei nomi, è il fattore tempo a giocare un ruolo determinante in questo preciso momento storico per la Roma: tempo però che a questo punto forse andava già dato ad un allenatore giovane per preparare al meglio una stagione a dir poco fondamentale.
E che invece si sta ritrovando a lavorare con pochi intimi e con alcuni dei quali pure dal futuro incerto. Il che, clamorosamente, rischia di diventare un boomerang per lo stesso De Rossi: perché se poi le cose non dovessero andar bene, con tutti gli scongiuri del caso, chi dovrà pagare per tutti? A rendere il quadro più preoccupante è poi il confronto con le altre big del campionato che, chi partendo da una base solida, chi già con i rinforzi arrivati dal mercato, sembrano tutte essere più avanti rispetto ai giallorossi. Serve allora cambiare passo e alla svelta: da Soulé alla punta, all’esterno offensivo.
Su questa linea di pensiero si è espresso l’ex calciatore Nando Orsi, oggi opinionista a Radio Radio. “De Rossi è un patrimonio che va protetto“, ha dichiarato Orsi. “E’ giovane no? Mettilo nelle condizioni di lavorare. E invece questo non sta avvenendo“. Il rischio più grande che i giallorossi stanno correndo, spiega l’ex portiere di Siena e Lazio, è quello di far pagare a lui errori di altri. “De Rossi è De Rossi, ‘capitan futuro’ e tutto. Poi però se non ha una squadra pronta e le cose vanno male a Roma non ti perdona niente nessuno“, la sentenza espressa dell’opinionista.
Anche il giornalista de Il Messaggero Stefano Carina la pensa così. Su De Rossi: “Si sta giocando sulla sua pelle, non vorrei fosse un parafulmine”, ha dichiarato ai microfoni di Radio Radio. “Ricordiamo che tra Spal e Roma non arriva a 40 panchine, dovevi metterlo nelle condizioni di lavorare, non farlo ritrovare ad oggi con una decina di giocatori tra cui alcuni con le valige in mano. La Roma ad oggi è in grave ritardo“, il commento conclusivo.