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Gravina: “Yamal, Nico Williams e Saka non potrebbero giocare in Nazionale”

Le parole del presidente FIGC Gravina sulla valorizzazione dei giovani italiani fanno parecchio discutere: il dibatti dopo il fallimento della Nazionale

 

Dopo la spedizione fallimentare di Euro 2024 in Germania delle Nazionale, l’Italia – come sa bene Gabriele Gravina – dovrà inevitabilmente ripartire dai giovani se vorrà tornare fra le più forti selezioni del mondo, come in passato. Un passato che, al di là del successo di Roberto Mancini, sta diventando sempre più lontano. Proprio per questa ragione gli addetti ai lavori si stanno interrogando sulle cause della disfatta azzurra e su come invertire il trend. Ma una facile risposta a queste domande non sembra esserci, almeno nell’immediato. Le cui soluzioni, inoltre, richiederebbero investimenti ad oggi difficili da portare avanti. Ma il rischio è che l’Italia non sia più competitiva nelle competizioni fra nazionali ancora per lungo tempo.

E mentre in altri paesi esteri i ragazzi riescono a trovare spazio nelle prime squadre con relativa facilità, in Italia è tutto il contrario. Anche i giovani più talentosi faticano a ritagliarsi un ruolo fra i grandi, pagando eccessivamente il gap che divide il settore giovanile dalle varie categorie. E allora proprio di questo e di tante altre tematiche ha parlato il presidente FIGC, al termine del consiglio Federale che si è tenuto ieri, a Roma. Queste le sue parole raccolte da La Presse nel corso del simposio, anche se le soluzioni sembrano essere di là dal trovarsi.

“La Spagna? Ha talenti incredibili, è un modello di riferimento, anche se – inizia a spiegare Gravina – il mio modello ideale è quello tedesco. Ma in Spagna sotto il profilo tecnico e della valorizzazione dei giovani sono straordinari. Bisogna però saper riconoscere – continua l’alto dirigente del calcio – di chi sono le assunzioni di responsabilità. In Italia si fa confusione ma la Federazione non ha una propria squadra, non gestisce i vivai. Noi abbiamo il 61,7% di stranieri nei club, mentre la Spagna è al 37,7%”. Insomma, anche lui si allinea alla retorica secondo cui la colpa sarebbe dovuta al numero degli stranieri e non alle mancate riforme.

Il presidente federale prosegue la sua disanima con parole più ottimistiche, benché i numeri dicano tutt’altro. “Deve far riflettere anche come l’Italia sia al terzultimo posto per valorizzazione giovani, dietro solo Grecia e Turchia. Domani comunque – conclude Gravina ritornando sulla Nazionale – inizia un nuovo percorso, ci sarà un primo incontro tecnico del club Italia. Troveremo le migliori soluzioni possibili per rafforzare l’aspetto tecnico della nostra Nazionale. Yamal, Nico Williams e Saka non potrebbero giocare in Nazionale”. E se talenti di questo tenore nella selezione italiana non dovessero trovare spazio… c’è davvero da preoccuparsi.

Giulio Benatti
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