C’erano una volta i ritiri pre-campionato, quelli attesi con ansia dai tifosi per andare a caccia di qualche autografo e foto ricordo, magari con i bambini. Ma in questo calcio votato anima e corpo al business sembra non esserci più posto per tutto questo. Del resto che ai tifosi si pensi soltanto quando c’è da “vendere”, dai biglietti al merchandising, con prezzi oramai al limite dell’élite, è ormai un dato di fatto. Le preparazioni estive però rappresentavano l’ultimo baluardo del calcio di una volta. Il contatto con i tifosi, gli incontri, gli autografi: chi non l’ha mai fatto almeno una volta?
Eppure, da più parti, le società calcistiche sembrano intenzionate a far cadere anche questo tabù. Niente sedute a porte aperte, niente incontri con i tifosi, ma solo tanta distanza e freddezza. Ovviamente speriamo che tutti questi discorsi non riguardino la Roma, ci mancherebbe, ma non possiamo non sottolineare l’assoluta mancanza di informazioni a disposizione ancora oggi per quel che accadrà – teoricamente – da lunedì a Trigoria.
Dal canto nostro riteniamo infatti paradossale che, a tre giorni dall’inizio ipotetico della preparazione precampionato, ai tifosi non sia stata data la benché minima notizia in merito. E anche se dovessimo essere smentiti nelle prossime ore (anzi, ce lo auguriamo vivamente!) crediamo comunque sia poco rispettoso non far sapere niente alla tifoseria di come sarà organizzato il ritiro. Anche perché non tutte le squadre hanno scelto di allenarsi nella propria città, con le società partite verso destinazioni prevalentemente di montagna, magari a centinaia di km di distanza dal proprio stadio. L’occasione in casa Roma è invece delle più ghiotte: calciatori a due passi dalla Capitale – per carità molto pochi all’inizio – e la possibilità fin da subito di dire “grazie” a chi, per esempio, ha sottoscritto l’abbonamento nonostante tutto.
Perché infatti non sfruttare proprio l’occasione di Trigoria per compattare l’ambiente in questi tempi di incertezza? Lucidamente infatti, accantonando per un attimo il tifo, la situazione in casa Roma non è certo delle più semplici da gestire. C’è una rosa da rifondare o quasi. C’è da capire cosa farà Dybala (qui le ultime). E soprattutto ci sono da mandar via le voci di un ridimensionamento del progetto. Ecco perché il raduno romano prima della partenza verso l’Inghilterra rappresenta la più classica delle occasioni da non sprecare: per ora però, in casa Friedkin, tutto tace.
Prendiamo anche la data dell’8 luglio. Viene data per ufficiale perché è stata la stampa romanista, Roma Forever inclusa, a fornirla per cercare di rendere un servizio ai tifosi. Di fatto però, ancora ad oggi, l’ufficialità non è stata ancora comunicata dalla società, eccezion fatta per la data – quella sì confermata – dell’unica amichevole fin qui in programma. Intendiamoci. I giallorossi sono in buona compagnia perché anche altre squadre, dal Milan, all’Inter, passando per l’Atalanta (ma anche Cagliari, Como ed Empoli, tanto per dire), ancora non hanno comunicato nulla ai propri tifosi.
Ma questo non cambia le cose. Anche perché ci sono altre società, per contro, che hanno invece già reso noto nei dettagli i piani estivi per la preparazione. Tornando alla Roma, invece, non solo si sa poco o nulla di Trigoria, ma anche sul successivo trasferimento in Inghilterra. I giallorossi saranno infatti ospitati nel centro sportivo della FA (qui tutti i dettagli) per svolgere la seconda parte del ritiro: ma quando partirà la Roma? Quando si giocheranno le amichevoli e contro chi? Tutte domande di cui ancora non si conosce la risposta. E se anche qualcuno volesse partire per provare a seguire la squadra al momento non saprebbe nemmeno come fare.
Dall’ambiente giallorosso non a caso le risposte che vengono date sono sempre le stesse: “Non appena ci saranno informazioni verranno veicolate attraverso i canali ufficiali della società“. Su questo non ci sono dubbi, ovvio. Ma il “silenzio” con cui la società dei Friedkin sta affrontando il tema ritiro non può lasciare indifferenti a nostro avviso. Del resto non è certo una novità considerando che la comunicazione non è mai stata la priorità della proprietà americana. Il problema però rimane. C’era infatti un tempo in cui a contare erano i tifosi. C’erano i ritiri. C’erano i viaggi organizzati con la famiglia. Adesso sembra non importare più a nessuno.