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Amarcord, Italia-Brasile 1982: in campo i due giocatori più forti della Roma

Il 5 luglio di 42 anni fa si giocò una delle partite rimaste nella storia della nostra Nazionale. E in campo c’erano due pilastri della squadra giallorossa

Considerando i tempi di “magra” alla quale purtroppo l’Italia ci sta abituando, cosa c’è di meglio di un bel tuffo nel passato? Il 5 luglio di 42 anni fa la Nazionale giocava infatti una delle partite più belle di sempre, sfidando e battendo niente meno che il favoritissimo Brasile per 3-2. Un successo che diventò poi trionfo nella finalissima del successivo 11 luglio, quando gli azzurri ebbero la meglio della Germania Ovest alzando la coppa del Mondo per la terza volta nella sua storia.

Ma di quella spedizione vincente fu proprio la vittoria contro i verde-oro a proiettarci verso un sogno che sembrava impossibile. Certo, rileggere quella formazione azzurra oggi a distanza di anni, specie all’indomani della disfatta in Germania, spalanca la porta della nostalgia. Ma vale la pena comunque riaprire il cassetto della memoria e lustrarsi gli occhi con le gesta di campioni, quelli con la “C” maiuscola, che diedero vita a quello che è stato definito come “uno dei più grandi incontri della storia del calcio“.

I mondiali 1982: l’impresa che nessuno si aspettava

Come accade puntualmente ad ogni rassegna internazionale, l’Italia anche quella volta non arrivava all’evento di certo con i favori del pronostico, anzi. Reduce dallo scandalo scommesse – un po’ come accadde per “calciopoli” nel 2006 – l’avventura degli azzurri partì a fari spenti. Una costante della nostra storia che ha reso per questo le vittorie ottenute, quando sono arrivate eh, ancora più speciali. Proprio come fu quella dell’82. L’inizio del torneo, altro elemento ricorrente tutto italiano, fu però tutt’altro che brillante per la Nazionale di Bearzot. Nei primi tre incontri l’Italia raccolse infatti altrettanti pareggi.

Per il rotto della cuffia gli azzurri passarono comunque al turno successivo, venendo inseriti in un girone di ferro con Argentina e Brasile in cui soltanto la prima avrebbe avuto accesso alle semifinali. In questo triangolare fece allora clamore la vittoria degli azzurri contro l’Argentina di Maradona per 2-1 (a segno Tardelli e Cabrini), che la portò a giocarsi di fatto lo spareggio per il passaggio del turno proprio contro il Brasile considerando che anche quest’ultimo aveva battuto l’Argentina nella seconda partita. Italia-Brasile diventò così una partita da dentro o fuori.

Italia Brasile 42 anni dopo: il ricordo di quella partita

Alla Nazionale verde-oro, stando alla classifica, sarebbe bastato un pareggio per avanzare nel torneo considerando la migliore differenza reti. Il match però si sblocca subito a favore dell’Italia con il gol di un criticatissimo Paolo Rossi che fin lì, pur giocando sempre titolare, non aveva ancora azzeccato una partita. La rete di Socrates smorzò gli entusiasmi azzurri, prima del secondo gol ancora di Rossi a riportare in avanti l’Italia. L’attaccante approfittò di un passaggio poco convinto di Cerezo davanti all’area brasiliana per impossessarsi della palla e depositarla in rete. Il primo tempo, tra l’incredulità del mondo, si concluse così sul parziale di 2-1 a favore della compagine allenata da Bearzot.

Nel nome di Conti e Falcao: dalla Roma al palcoscenico del Mundial ’82. I loro nomi nella storia di quel match

Falcao e Bruno Conti – (RomaForever.it)

Il secondo tempo si aprì ovviamente con la Nazionale brasiliana disposta a tutto pur di raggiungere il pareggio. Dopo due occasioni sprecate da ambo le parti – Zoff fu lesto a neutralizzare Cerezo lanciato a rete, mentre Rossi fallì il colpo del k.o. – le sorti di quell’incontro si legarono a doppio filo con due mostri sacri della storia della Roma. Ovvero Bruno Conti e Falcao. Quest’ultimo infatti fu l’autore del momentaneo pareggio che riportò con i piedi per terra tutta l’Italia: dopo aver mandato fuori giri l’intera retroguardia azzurra (tra cui lo stesso Conti) l’attaccante riuscì a battere Zoff riportando la sfida in equilibrio. Ma non era ancora finita. Al 74esimo il centrocampista giallorosso posizionò la palla sulla bandierina del calcio d’angolo, tirando poi il pallone in mezzo nella speranza di una deviazione vincente. Deviazione che, alla fine, arrivò. Palla a Tardelli, tiro e tap-in vincente ancora una volta dello scatenato Rossi. Il punteggio da lì in poi non cambiò più.

Falcao e Conti alla Roma: la carriera in pillole

Falcao ha giocato con la Roma dal 1980 al 1985 vincendo anche lo storico secondo scudetto. Dopo un arrivo nella Capitale (dall’Internacional, ndr) accompagnato da un certo scetticismo la sua carriera fu un crescendo tanto da valergli un posto sicuramente tra i migliori campioni che abbiano mai indossato la maglia giallorossa. Per lui, complessivamente, 152 presenze con la Roma e 27 gol. Che dire invece di Bruno Conti? Anche per lui, dilungarsi negli elogi che ovviamente merita, sarebbe superfluo. Lo scudetto, le oltre 400 presenze, le cinque coppe Italia e l’inserimento nel 2012 nei primi 11 calciatori della hall of fame romanista. Anche decidere allora soltanto da dove partire sarebbe complicato. Del resto, con la sua carriera professionale che ancora oggi è a Trigoria, il suo nome “conta” già molto più di qualsiasi altra parola.

Il secondo scudetto

Dato tuttavia che li abbiamo menzionati insieme nel ricordo di quel 5 luglio 1982, una parola è doveroso spenderla per il successo al quale proprio Falcao e Conti contribuirono in modo determinante portando la Roma al successo in Serie A – dopo 41 anni dal precedente – nella stagione successiva. Il “Divino”, diga davanti alla difesa ed estroso direttore d’orchestra in avanti, e il secondo, per il talento e per la sua classe esplosiva messi in mostra sulla destra pur essendo mancino. Insieme a loro tutti i vari Tancredi, Di Bartolomei, Sebino Nela, Chierico e Pruzzo, per una squadra e degli assoluti campioni che hanno fatto la storia giallorossa.

Luca Mugnaioli
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Luca Mugnaioli