Alvaro Morata resta un obiettivo anche della Roma, l’attaccante spagnolo continua a essere conteso sul mercato. Non potrebbe essere diversamente dopo l’Europeo che sta disputando. Piace anche in Italia, dove è stato diversi anni con la Juventus. Ora – al netto di quel che afferma ufficialmente – l’Atletico Madrid gli va stretto perchè gioca poco.
L’attaccante non ha fatto mistero di aver ricevuto qualche critica e allora si guarda intorno, sebbene abbia detto di voler provare a vincere ancora con i Colchoneros. Il primo che paga la clausola rescissoria, tra i 12 e 13 milioni di euro, se lo porta via. La Roma ha recepito il messaggio, ma non è l’unico club sul calciatore: la pressione saudita è forte.
Su di lui ci sono due compagini pronte a sferrare l’attacco. Il punto lo mette Fabrizio Romano: l’esperto di mercato chiarisce che Morata valuta ogni cosa e ogni proposta, ma la priorità resta la Serie A. Quindi Roma, Juventus e Milan. Anche i rossoneri sono tornati alla carica per lo spagnolo. Qui entra in gioco il fattore famiglia: la moglie del centravanti – Alice Campiello – vorrebbe vedere Roma.
La donna, essendo modella, è innamorata della Città Eterna. Tuttavia ci sono ancora degli aspetti da verificare, ma se dovesse scegliere l’ex Juventus sarebbe orientato anche nel nucleo familiare. Poi è naturale che di fronte a un’offerta migliore non c’è suggestione che tenga. Un conto, però, è andare a Roma in gita.
Un altro è trasferirsi per qualche anno. Minimo tre: è questo a cui punta Ghisolfi. C’è tempo per capire, stabilire, versare. Soprattutto la società giallorossa resta alla finestra perchè l’attaccante piace a De Rossi, stimolato anche dall’idea di riproporre il tandem offensivo con Dybala. Incentivo che garantirebbe anche il prolungamento contrattuale de La Joya.
Due giocatori in un colpo solo. Ecco perchè Morata rappresenta ancora un’occasione ghiotta nonostante tutto. Il mercato non è finito, la Roma non si è arresa. Tanto da dire e ancor più da fare, consapevoli che lo spagnolo ha dato priorità alla Serie A. Da questo a farlo venire all’ombra del Colosseo ce ne passa, per il momento, ma è un’ottima base di partenza per – quantomeno – immaginare un futuro che, fino a poco tempo fa, sembrava impossibile. Crederci non è un’utopia. O meglio: non più.