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Nazionale Italiana, perchè Claudio Ranieri avrebbe potuto (davvero) risollevare un sistema

La Nazionale Italiana conferma Luciano Spalletti dopo la disfatta di Euro 2024, perchè Claudio Ranieri poteva essere l’uomo giusto

I miracoli non esistono, ma qualche volta la fortuna va aiutata. Spalletti è stato baciato dalla buona sorte contro la Croazia: il miracolo di Zaccagni ci ha messo una pezza, mandando l’Italia agli ottavi. Non poteva, tuttavia, bastare per colmare visibili lacune. Nel ripercorrere l’eliminazione azzurra si può partire dagli errori tecnici e tattici, come hanno fatto quasi tutti gli esperti in questi giorni, oppure si può provare a guardare le cose da una diversa prospettiva.

Attaccare Spalletti sulla tattica è parzialmente ingeneroso: un uomo che ha vinto con il Napoli, proponendo un calcio innovativo, non può essere messo in discussione per gli schemi proposti. Funzionano. Si è visto. Il punto è capire con chi e in quale modo. Se il successo avesse un’unica ricetta, saremmo tutti allenatori.

Spalletti capo, non leader

E invece c’è chi sta in panchina e chi, al contrario, preferisce il divano. Anche coloro che hanno visto la partita in poltrona, però, possono giudicare con rispetto una Nazionale al di sotto delle attese: sperticarsi nel trovare lacune tattiche diventerebbe un’impresa. Ben più alla portata di tutti, invece, anche di chi vede il calcio soltanto alla televisione, è individuare lo sconforto negli occhi dei giocatori.

L’ex Cagliari volto giusto per il futuro azzurro (RomaForever.it)

Quando si perde una partita così importante come quella con la Svizzera in maniera così rovinosa, dovrebbe esserci dispiacere, ma anche rabbia e voglia di provare – se solo fosse possibile – a rigiocarla. I giocatori questa voglia, quel tipo di cipiglio, non ce lo hanno mai avuto nel corso dei 90 minuti di Berlino e nemmeno dopo.

Occasione persa

In molti infatti hanno notato lo sgomento e la fretta dei calciatori di prendere l’aereo direzione Malpensa e andare in vacanza. Non era soltanto stanchezza arretrata: c’erano tutti i sintomi di chi si sentiva di troppo. I giocatori non hanno recepito la filosofia di Spalletti, prima ancora che il sistema di gioco: il CT li ha messi sotto torchio creando deliberatamente un’atmosfera tesa.

Nella speranza che facesse ricaricare le batterie agli azzurri. Ha generato, invece, l’effetto contrario: il tecnico di Certaldo si è rivelato un sergente di ferro, anche abbastanza indigesto per i giocatori in ritiro. Vieta la musica in stanza, la PlayStation solo in gruppo, limita gli scherzi e sanziona ogni calciatore al minimo afflato. Un’atmosfera da spedizione bellica.

Cercasi entusiasmo

Questo ha spento ogni tipo di entusiasmo e non ha fatto recepire a chi doveva quale poteva essere l’opportunità di una Nazionale capofila. Non a caso si parla di disfatta peggiore della Corea 2004, perchè nessuno sembra avere quella voglia di tornare a far sventolare quella bandiera tricolore. Cos’è successo? Sono finite le motivazioni, si è smarrito l’entusiasmo.

Claudio Ranieri, che una Nazionale vorrebbe allenarla per chiudere la carriera, avrebbe potuto riportarlo. La sua cultura è figlia del lavoro, della concentrazione, ma soprattutto della serenità. Con il Cagliari ha fatto l’ennesimo miracolo della sua carriera perchè ha saputo entrare nella testa dei suoi ragazzi.

Suggestione Ranieri

Uomini, non macchine, facendogli capire che il dovere calcistico parte dalle emozioni. Quelle dovevano ricercare in loro. Prima della tecnica e della tattica, esiste la complicità: peculiarità mancante a Spalletti con i compagni. Ora il tecnico di Certaldo dovrà ritrovarla su input di Gravina, ma avere Ranieri a disposizione sarebbe stata una suggestione particolarmente importante, come avere la sensazione di mettere un punto e (sul serio) andare a capo. Invece a settembre si ricomincerà dalle stesse premesse, chissà con quale epilogo.

Andrea Desideri
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Andrea Desideri