Con l’apertura del calciomercato parte oggi ufficialmente la stagione sportiva 2024-2025. Per i movimenti di mercato ci sarà tempo fino al 30 agosto – poi come al solito ci sarà qualche giorno in più per alcuni campionati esteri – ma la Roma dovrà essere abile e desta a muoversi prima delle altre. No, non è solo retorica è anche questione di numeri: con otto calciatori ai saluti e altri che sfrutteranno qualche giorno aggiuntivo di vacanza a causa degli Europei – per non parlare infine dei sicuri partenti – la rosa dei giallorossi è ridotta davvero ai minimi termini.
Tradotto: Ghisolfi dovrà anticipare le operazioni se vorrà evitare che De Rossi inizi a lavorare con la squadra più o meno definitiva troppo tardi. Il prossimo anno sarà infatti fondamentale per la Roma e pensare di partire in salita non è possibile. Fin qui sono stati tantissimi i nomi accostati ai giallorossi, almeno una sessantina, adesso urge pertanto stringere il cerchio e andare a prendere i profili individuati. Battendo concorrenti e possibili malumori che potrebbero sorgere.
Sì perché alla data di oggi, 1 luglio 2024, di lavoro ce n’è davvero tanto da fare. Sia in entrata che in uscita. Intanto c’è da puntellare una rosa davvero risicata. Sì perché tra coloro che sono rientrati nelle rispettive squadre perché arrivati a Trigoria in prestito e altri andati a scadenza di contratto, ben otto calciatori, allo scoccare della mezzanotte di ieri, hanno lasciato la Roma. Si tratta dei vari Rui Patricio (p), Spinazzola (d), Renato Sanches (c), Lukaku (a), Diego Llorente (d), Huijsen (d), Kristensen (d), Azmoun (a) che hanno terminato la loro avventura in giallorosso.
Già questo basta per far capire quanto servano – e pure alla svelta – quantomeno dei sostituti. Nelle ultime ore, in tal senso, si parla ad esempio di Brahim Diaz del Real Madrid e di Nicolas Valentini del Boca, oltre al nome sempre caldo di Le Fée, per il quale si attendono novità importanti entro questa settimana. Ma, tornando alla squadra “extra light” sulla quale può contare al momento De Rossi, ci sono poi da considerare i sicuri partenti, da Smalling a Karsdorp. Altri tagli attesi ma che pongono ulteriore pressione sulle spalle di Ghisolfi. E se non è una corsa contro il tempo poco ci manca.
Questi al momento i giocatori disponibili per la Roma ruolo per ruolo:
Come si allestisce dunque una rosa vincente? E soprattutto: quali sono i nomi giusti da affidare a Daniele De Rossi? L’allenatore, qualche settimana fa, aveva dato alcune indicazioni alla società parlando da un lato dei giocatori presenti nella rosa attuale ritenuti da lui incedibili (“anche se poi col mercato tutto può succedere“) e dall’altro “tracciando l’identikit del calciatore ideale” che dovranno fornirgli gli uomini di mercato. Ma ancor prima di entrare nel dettaglio l’ex centrocampista giallorosso aveva parlato della necessità “di cambiare il modo di agire rispetto agli ultimi anni” considerando che i risultati poi alla fine non sono arrivati.
Spiegava De Rossi (era la vigilia di Roma Genoa, ndr): “Prima c’era Fonseca, poi Mourinho e adesso io. Ognuno ha il suo modo di fare mercato ma la costante è che siamo arrivati dietro in classifica, sempre sesti o settimi. Forse è meglio valorizzare i nostri, creando un asset di continuità. In ogni caso è evidente che qualcosa va modificato“, erano state le sue parole alla Gazzetta dello Sport. Ma il mister non ne faceva una questione di top player o di giovani: “Questo non conta. Ciò che conta è la fame, serve gente che fa le fiamme, nelle gambe e soprattutto nella testa. Mantenerli affamati e farli funzionare sarà poi compito mio”.
Da capire allora, adesso che c’è bisogno come detto di intervenire soprattutto sul mercato in entrata quanto prima, quali sono state le indicazioni date da Daniele De Rossi alla società. A questo proposito, sempre in quella intervista, vale la pena ripescare un pensiero che, a nostro avviso, mai come adesso potrebbe tornare d’attualità: “L’allenatore forte deve imporsi per farsi comprare chi vuole e la società forte lo deve accontentare“, erano state le sue parole. Fino a quel momento, precisava De Rossi, di “nomi non si era parlato”, ma è ovvio che nel frattempo la situazione è cambiata. A partire dalla scelta del club dei Friedkin di prolungargli il contratto fino al 2027: segno che l’allenatore forte secondo la società è proprio lui. E allora va accontentato in ciò che chiederà.