Il caldo dell’Hemberg Stadion non scalfisce la concentrazione di Spalletti che, in questi giorni, è una girandola di emozioni. Dai sorrisi con il bambino che fa invasione di campo durante l’allenamento dei giorni scorsi, alla tiratina d’orecchi ai giornalisti perchè riportano indiscrezioni di spogliatoio che avrebbero dovuto rimanere interne.
Forse è proprio questo il problema, quei topini – per citare il CT – che anche a Roma parlavano troppo e magari si mettevano d’accordo con la stampa: “Questa cosa gliel’hanno detta – ammonisce l’allenatore durante la conferenza della Nazionale – fa bene a riportarla ma chi parla della Nazionale fuori dal campo fa il male di questa Italia”.
Spalletti chiude le porte e apre il cuore
Messaggio diretto ai suoi, non certo alla stampa, perchè qualcuno ha parlato con i giornalisti e non avrebbe dovuto. Spalletti, come dimostrano le indiscrezioni mal digerite dal tecnico, invece ha avuto un colloquio serrato con la squadra. Si prova la difesa a tre: possibile 3-5-2 o 3-4-2-1. “Io devo sentire con i loro orecchi e ragionare al meglio per la squadra”.
Queste le parole del tecnico di Certaldo. Quindi è evidente che il collettivo, con i moduli precedenti, non si trovava bene. Il confronto nello spogliatoio c’è stato, magari anche ad alta tensione, perchè non si può (e non si deve) giocare contro la Croazia. Anche se il girone era difficile e passare aveva i contorni dell’impresa.
Allenamenti serrati
Il “miracolo di Zaccagni” è arrivato, per dirla alla Caressa, ma la fortuna non può sempre assistere gli azzurri. Ora tocca alla sostanza, per questo tornano gli allenamenti serrati: non entra nessuno al di fuori della squadra. La testa vince sulla tattica. C’è tanto da fare e molto da rimettere a posto. A partire dalla difesa: potrebbero subentrare Mancini e Buongiorno.
Si prova a recuperare Di Marco. Sebbene si tratti di una corsa contro il tempo. La certezza dell’impiego di Chiesa davanti è, forse, l’unico punto da cui ripartire. Magari con qualche minuto anche a El Shaarawy, il vero grande assente azzurro in questa fase iniziale di Euro 2024. Sicuramente la strada per Spalletti e gli azzurri è cominciata in salita, ma il pari contro la Croazia ha scacciato alcune nubi.
Road to Berlino
Il calcio è particolare, talvolta basta una mano tesa: un gol in pieno recupero, come quello di Zaccagni, per cambiare tutto. Un clic che ribalta la partita e, forse, un intero percorso. Le porte sono chiuse, ma gli occhi dell’Italia restano bene aperti perchè sabato c’è bisogno di altro. Un’inversione di rotta che potrebbe coincidere anche con un’accelerata. La rinascita azzurra passa da Berlino: dejavù di un certo spessore e anche l’unico modo per far capire a chi sarà in campo che non è ancora finita. Anzi, la storia dell’Italia a Euro 2024, ricomincia adesso.