Testa al centrocampo, o un centrocampo di testa. La sostanza non cambia a Trigoria dove – dopo la partenza di Aouar e l’addio di Renato Sanches – si cercano valide alternative in mezzo al campo. Senza contare il pressing dei giallorossi su Leo Paredes. La Roma vuole capire cosa fare con l’argentino.
C’è ancora un anno di contratto, ma gli arabi sarebbero pronti al colpaccio: se l’ex Juventus non dovesse resistere alla corte saudita, la Roma deve trovare una valida soluzione che possa evitare di farlo rimpiangere offrendo anche garanzie per il futuro. Il nome nuovo, sempre dalla Francia per via dei radar di Ghisolfi, è quello di Enzo Le Fèe.
Il 24enne del Rennes può giocare sia da centrale che da mezz’ala. La possibilità di schierarlo esterno intriga molto De Rossi che pensa a un folto reparto offensivo con i laterali che si alzano a dare una mano. Un po’ come faceva Maicon. Lui non era mezz’ala: sulla Carta d’Identità aveva scritto terzino, ma quando passava a fare l’esterno alto non si è mai lamentato nessuno.
Anzi, Garcia – a modo suo – ancora ringrazia. Tornando al presente romanista, Enzo Le Fèe ha già un accordo con la Roma: il DS del Rennes Massara potrebbe lasciarlo partire. Tuttavia l’offerta dei giallorossi è ritenuta (ancora) troppo bassa. Intorno ai 25 milioni, comunque, si dovrebbe chiudere.
Oltre gli aspetti burocratici, poi, ci sono quelli umani: Le Fèe a Roma ritroverebbe un po’ di tranquillità: la sua vita è stata “salvata” dal calcio. Una favola a lieto fine con in mezzo tante di quelle peripezie da valere una sceneggiatura per un film: chissà che, nella Dolce Vita romana di Fellini, non ci stiano già pensando.
Il ragazzo porta il cognome della madre, per problemi con il padre che è stato più volte in carcere, fin quando nel 2021 si è tolto la vita. I due erano molto legati, malgrado la situazione difficile: “Saltavo gli allenamenti per andare a trovarlo in carcere. Avevo solo mia madre che mi ha sempre dato tutto, talvolta piangevo, ma sapevo che dovevo riprendermi e dare il massimo sempre”, ha detto il giovane calciatore in una recente intervista.
Il club bretone l’ha visto sbocciare, le lacrime son dovute al desiderio di essere accompagnato al centro di allenamento da entrambi i genitori. Proposito mai realizzato. Quello che la vita gli ha tolto glielo ha ridato con gli interessi: classe cristallina, duttilità tattica e dribbling importante. Quel che vuole De Rossi, il quale – con i suoi modi e le sue capacità – potrebbe fargli ritrovare la serenità che cerca. Magari con una carriera determinante proprio nella piazza romana che spera non sia soltanto una parentesi. Intanto c’è da chiudere la trattativa, ma le basi sono solide. Ora serve puntare allo sviluppo. Dentro e fuori dal campo.