Daniele De Rossi è il passato, il presente e soprattutto il futuro della Roma. Il rinnovo di contratto fino al 2027, arrivato pochi giorni fa, ha messo nero su bianco la voglia dei Friedkin di blindare l’ex centrocampista giallorosso, mettendolo al centro del progetto romanista. Un bellissimo attestato di stima e di fiducia per un allenatore che comunque, non dimentichiamocelo mai, è alla sua prima vera esperienza in panchina come allenatore. Certo, le qualità professionali e soprattutto il suo valore, prima ancora come uomo, non sono mai state messe in discussione. Così come il suo coraggio.
Come quando ha detto “sì” alla sua Roma in un momento dove c’era disperato bisogno di qualcuno che restituisse un’anima, una speranza ad una piazza disorientata e reduce da mesi difficili. E chi allora meglio di lui? Daniele non si è tirato indietro. Si è rimboccato le maniche, ha preso il comando della nave e comunque l’ha portata in porto, forse raccogliendo anche meno di quanto meritasse. Ora però tutto va archiviato in fretta: perché tra pochi giorni si ricomincerà.
Ma com’era Daniele De Rossi prima di iniziare la sua avventura da allenatore? Sebbene siano passati relativamente pochi anni abbiamo recuperato una vecchia intervista rilasciata alla BoboTv. L’ex giallorosso non era ancora nemmeno entrato nello staff tecnico della Nazionale (sua prima vera esperienza nel mondo del calcio dopo il ritiro), ma già si parlava di un suo possibile futuro come allenatore. A “quell’epoca”, perché nel calcio passa tutto troppo in fretta, era stata avanzata l’ipotesi di un suo arrivo alla Fiorentina proprio come allenatore.
Fato ha voluto che le strade di De Rossi e della squadra toscana si riavvicinassero poi a distanza di quattro anni, appena poche settimane fa praticamente. Ma oggi come allora alla fine non si sono incrociate. Nel 2020 quel passaggio non si concretizzò per tanti motivi (De Rossi ad esempio non aveva ancora il patentino ma stava frequentando il corso per l’abilitazione), mentre quest’anno Daniele ha deciso di sposare in tutto e per tutto la causa giallorossa.
“Se si è pronti per una piazza importante? Finché inizi non sai se sei pronto. Ma se dici sì ad una responsabilità così importante, sei hai il coraggio di farlo, vuol dire che in cuor tuo lo sei“, così parlava proprio De Rossi, pensate un po’, l’11 febbraio del 2021. In poco tempo per lui arrivò prima la strada azzurra come collaboratore, poi quella con poche fortune da allenatore alla Spal. Adesso chiudete gli occhi e riapriteli al 16 gennaio scorso: evidentemente Daniele era pronto.
In quell’intervista tra il serio e il faceto, come si usa dire, l’attuale allenatore della Roma chiacchierava con un parterre composto dai vari Cassano, Vieri, Adani e Ventola che peraltro oggi nemmeno lavorano più insieme. E si parlava proprio della possibilità di andare ad allenare la Fiorentina, sebbene senza aver fatto prima la classica gavetta. Saresti stato pronto? Chiedeva Cassano che a quel tempo era comunque sicuro che De Rossi sarebbe diventato un grande allenatore perché “lo era già in campo”.
“Finché inizi non sai se sei pronto. Per quanto riguarda la Fiorentina, non ero pronto al livello legale. Non avevo il patentino, non c’erano i requisiti, quindi il discorso è finito lì. Certo iniziare da una piazza calda come quella, che ti dà anche una carica in più, mi sarebbe piaciuto“, era stata la risposta di Daniele De Rossi. “Ma se prendi una decisione del genere vuol dire che in realtà dentro tu sei già pronto“, con un riferimento ad Andrea Pirlo che, trovandosi un po’ nella sua stessa situazione, in quei mesi aveva preso la guida della Juventus.
De Rossi del resto in panchina non c’era ancora mai stato ma a quel tempo comunque già sapeva a cosa sarebbe andato incontro. “Non è la stessa cosa che fare il calciatore. Perché bisogna vincere le partite, bisogna fare i punti e da allenatore è diverso, sei solo. Lo vedo con mio padre che lo fa con i giovani. Torna a casa dopo una sconfitta ed è infastidito e lui vive una pressione minore se vogliamo”.
Una realtà che tutti i CT, dai dilettanti ai massimi campionati, vivono quotidianamente. “Questo lavoro” – diceva De Rossi – potrebbe metterci di fronte a questo scenario: ti prepari, fai i bagagli, vai in un posto, fai gli allenamenti, prepari il mercato e dopo un mese magari stai a casa. A quello penso che non saremo mai pronti, non sarò mai pronto neanche io”.