Il Comune aspetta la Roma. Queste le parole dell’assessore ai Grandi Eventi, Alessandro Onorato, intervenuto a margine dell’evento Oktagon Tsunami, rispetto alla messa in opera del nuovo stadio dei giallorossi. Una storia che va avanti da più di 16 anni e adesso, con la Giunta Gualtieri, potrebbe arrivare la svolta.
Non dipende più soltanto da loro, però, il Comune di Roma ha precisato che tutto quello che era in loro potere è stato fatto in tempi record. Ora serve il progetto di fattibilità della struttura. Significa che, dopo tante parole, occorre passare ai fatti: la zona da cui partire c’è. Pietralata. Proprio questo è uno dei problemi principali.
La società giallorossa sta effettuando i rilevamenti sul territorio per condurre le stime necessarie da apporre nel progetto, ma i rilievi vengono bloccati più che frequentemente. Prima i comitati del no hanno vinto alcuni ricorsi riguardanti l’ordine pubblico e la quiete messa a repentaglio dai lavori, poi sono subentrate le proteste – con tanto di possibile stop ai lavori – per via della potatura (e relativo abbattimento) di alcuni alberi secolari nelle vicinanze dello stadio.
La Roma ha spiegato che avrebbe riqualificato ogni parte dedicata all’impianto. Per ogni albero abbattuto sarebbe stato creato un nuovo parco floreale distintivo. Nel senso che sarebbero state piantate diverse forme di arbusti per ripopolare tutto anche sul piano del verde circostante. Successivamente è subentrata la questione dell’area archeologica: anche in quel caso, analisi dedicate hanno stabilito che i lavori potranno partire.
Non si è registrato alcun ritrovamento di reperti storici tale da mettere a repentaglio la riuscita del progetto. Ultimo, ma non per importanza, il ricorso vinto da un autoricambi del IV Municipio che ha fatto sospendere i rilevamenti dei giallorossi perchè si svolgevano in orario di lavoro mettendo a repentaglio il mestiere e la sostenibilità dei residenti.
La Roma, in tal caso, si è difesa asserendo che le rilevazioni – con grande difficoltà – sono state ultimate e non c’è più la necessità di interferire – per il momento – con la vita dei cittadini. A questo punto, però, serve il progetto concluso per poter dare il via ai lavori. L’auspicio, non solo di Onorato, è poter avere in mano qualcosa di concreto entro il 2024. Per poi iniziare a lavorare nel 2025 con le prime operazioni. L’obiettivo del 2027 – come deadline di fine lavori – è ancora lontano.