Lorenzo Pellegrini e il peso della dieci: non solo trequartista, ma anche incursore. Gli ordini di Spalletti

Pellegrini è l’unico giallorosso a cui Spalletti non rinuncia. Anche con la Spagna parte titolare, cosa gli ha chiesto il CT

Andrea Desideri -
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Pellegrini
Lorenzo Pellegrini (RomaForever.it)

Vietato sbagliare. La Spagna rappresenta un ostacolo non da poco per la Nazionale Italiana: una sorta di croce e delizia. Potrebbe significare persino il passaggio del turno, in caso di vittoria, ma batterli non sarà semplice. Soprattutto da quando hanno deciso di fare del fraseggio con un possesso palla rapido il proprio vessillo.

Per questo Spalletti chiede maggiore raggio d’azione: non solo copertura degli spazi, ma anche una certa versatilità in mezzo al campo. Allora non rimane altro da fare per il CT se non investire – emotivamente e non solo – su Lorenzo Pellegrini. Il capitano della Roma indossa la maglia numero dieci perchè simboleggia talento e responsabilità: Spalletti gli chiede soprattutto la seconda peculiarità.

Pellegrini, tecnica e responsabilità

Questo vuol dire essere presente e cercare di inserirsi nella manovra avversaria per cercare di far ripartire l’azione al massimo. Quello che una volta veniva definito incursore: lui lo deve fare e deve anche dettare i tempi ai compagni. Per questo motivo del blocco romanista è il solo a essere imprescindibile. Senza di lui, non esiste spina dorsale. La linea di passaggi che collega il centrocampo all’attacco passa dai suoi piedi. Un sentiero che la Nazionale dovrà coltivare se non vuole dare punti di riferimento all’avversario.

Luciano Spalletti
Luciano Spalletti in occasione di Italia-Spagna (RomaForever.it)

Spalletti è stato chiaro alla vigilia: “Dovremo essere meno Garibaldini se vogliamo fare la differenza”. Una sorta di richiamo al concetto cardine de “L’importante è giocare bene” plasmato all’ennesima potenza. Pellegrini resta il fulcro della proposta offensiva azzurra. L’unica maniera di collegare passato e futuro tattico attraverso estro e piedi buoni.

Spalletti ci crede

Il numero sette della Roma ringrazia, anche se sa che la strada verso l’Olimpo dei campioni è ancora lunga. Per il momento si accontenta dell’Olimpico e di Coverciano, con vista sulla Germania. Nella speranza che il panorama sia degno di nota, esattamente come le sue giocate. Il destino dell’Italia dipende (anche) da lui.