Le porte dell’Hemberg-Stadion sono chiuse già dalle prime ore della mattina, regime di autocontrollo imposto anche da ieri. In Germania non passa nessuno. Il quartier generale degli azzurri a 24 ore dalla partita più importante del girone resta lontano da occhi indiscreti. Spalletti – Commissario Tecnico della Nazionale – non vuole lasciare indizi.
Se non quelli che formula in conferenza stampa. Dovrebbe parlare prima del match contro le Furie Rosse, ma niente anticipazioni. Solo indiscrezioni per quanto riguarda modulo e formazione. Si va verso una conferma degli undici che hanno fatto bene con l’Albania ma coltivando la convinzione di essere meno “Garibaldini”: vale a dire meno impostati e più concreti.
“Schiava di Roma”
In special modo lì davanti. In attacco dovrebbe essere data una chance ulteriore a Scamacca, ingabbiato nelle maglie albanesi la scorsa occasione. Poi la rivoluzione – se di questo si può parlare – dovrebbe avvenire in mezzo al campo. L’inserimento di Cristante, che dovrebbe agire sulla mediana, in raccordo con Pellegrini per dare maggiore solidità contro gli iberici che fanno del possesso palla un’arma vincente. In seconda battuta c’è la questione difesa: bene Calafiori, ma Spalletti lo ha visto ancora troppo acerbo.
Lo ritiene pronto per una spedizione come quella teutonica, altrimenti non lo avrebbe chiamato, ma contro la Spagna serve qualcosa – o meglio: qualcuno – di più solido. Gianluca Mancini è il primo nome sulla lista. Anche in questo caso, il blocco Roma la spunta. Spalletti non ha preferenze, ma ragiona per logica: la Spagna è una compagine organizzata e come tale va affrontata.
Il volto giallorosso dell’Italia
Il CT azzurro vuole mettere in campo gente affiatata nei vari reparti. Quindi ragiona, almeno contro gli iberici, per affinità. I romanisti si conoscono a memoria e, quindi, dove può li assembla. Lo stesso ha fatto contro l’Albania con il blocco nerazzurro. Bastoni, Barella e Frattesi avranno ancora occasione di mostrarsi insieme.
Contro le Furie Rosse, però, ci sono quelle giallo-rosse pronte a dare filo da torcere. Magari creando qualche opportunità in più in fase offensiva, poi resta tutto in mano al finalizzatore: Scamacca deve ritrovare la tempra del numero 9. Insomma, il modo per battere la Spagna c’è. Sebbene per Spalletti non conti soltanto vincere, bisogna giocare bene. Per questo prova a cambiare abito all’Italia, sperando che la passerella si presti a un nuovo tipo di “outfit”. Anche se, nel calcio, non sempre è una questione di gusto.