Primavera, quanto servirebbe il progetto Under 23 alla Roma? L’analisi

Il settore giovanile della Roma vede tanti Primavera senza sbocchi in prima squadra: forse l’Under 23 potrebbe essere la soluzione

Giulio Benatti -
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roma primavera
Il selfie celebrativo dei ragazzi della Roma Primavera dopo il derby con la Lazio – instagram (romaforever.it)

 

Un’under 23 dopo la Roma Primavera? La stagione delle giovanili della Roma, nonostante tutto, è stata fantastica e le sconfitte maturate nelle finali da seconda squadra e under 18 non devono preoccupare più di tanto, visto che le finali – si sa – sono sempre una storia a sé. Averle centrate però è qualcosa di molto importante, chiara testimonianza di quanto a Trigoria si lavori bene col settore giovanile. Ora nella rispettiva finale di categoria ci sono anche under 15, mentre gli under 17 sono in semi. Fantastico! In pratica, quasi tutte le annate hanno avuto il loro posto prenotato all’ultimo atto del torneo. C’è un problema però alla fine di tutto questo bel percorso così strutturato: che si fa dopo la Primavera?

Il dibattito è più aperto che mai e non sembra trovare soluzioni fattibili in tempi rapidi. Forse, però, visti i risultati, dopo la Primavera è arrivato il momento di puntare, anche a Roma, sull’under 23. In Italia non sono molte le squadre che ne possiedono una, ma qualcosa in questo senso si sta muovendo negli ultimi anni sulla scia delle esperienze estere. Il senso specifico di voler creare una squadra di raccordo tra la Primavera e la prima squadra è quello di accompagnare la crescita dei giovani con un ulteriore step, al fine di non dilapidare tanto talento per mancanza di coraggio o visione. È una sorta di “stadio intermedio”.

Le considerazione alla base di questo concetto stanno nel fatto che i giovani, nel nostro calcio, faticano ad imporsi e ad avere la giusta chance. Lo attestano i numeri – impietosi – se confrontati con realtà estere come Inghilterra, Francia, Spagna o Germania. In Italia, escludendo Juventus e Atalanta che hanno già allestito squadre di questo tenore, per tutte le altre il discorso sembra fermo ad un binario morto. Putroppo. Perché ciò rischia di vanificare il lavoro di settori giovanili importanti. Soprattutto per vivai come quelli di Roma, Inter e Milan, che negli ultimi anni hanno sempre prodotto un numero elevato di giovani promesse ma che poi non hanno saputo valorizzare fino in fondo.

Prendiamo a mo’ d’esempio la situazione stessa della Roma. Qui ci sono questioni delicate come quella di Luigi Cherubini, in scadenza a fine giugno. Oppure basti solo vedere ciò che succederà ai vari Nicolò Pisilli, Riccardo Pagano, Jan Oliveras e Dimitrios Keramitzis. In pratica, la spina dorsale di un gruppo che ha sfiorato lo scudetto e che da anni ha dimostrato di avere una marcia in più rispetto ad un contesto – la Primavera – che per loro non sembra più allenante. Che fare dunque? Un’under 23? Forse la federazione dovrebbe intervenire e regolare il tutto. Almeno per non vedere una Serie C piena di doppioni che tolgano fascino al torneo…