Riccardo Calafiori è uno di quei classici talenti sbocciati sul lungo percorso. Una stella che non brilla subito, ma i risultati escono alla lunga. Pazienza e responsabilità. Due aspetti che il ragazzo ha sempre coltivato, ma la Roma post vittoria Conference League la pensava diversamente e ha iniziato a mandarlo in giro per farsi le ossa.
Questa “scuola di vita” poi è diventata un trasferimento in pianta stabile al Bologna dove Thiago Motta l’ha fatto sbocciare. Bologna non è Roma: i ritmi sono diversi, c’è maggiore pazienza e le pretese sono molto diverse rispetto a un ambiente capitolino dove l’amore è forte, ma si ha sempre la sensazione di essere all’interno di una pentola a pressione.
Calafiori e la Roma
Se non esplodi al momento giusto, la ricetta del successo è preclusa. Ci è passato anche De Rossi che, prima di diventare un idolo, ha passato stagioni a fare i conti con lo scetticismo di piazze e allenatori. Basti ricordare quanto accaduto con Zeman: gli preferiva Tachsidis e, per le strade della Capitale, cominciava a serpeggiare il sospetto che DDR non si allenasse a dovere e altri pregiudizi non semplici da scardinare.
Attualmente Calafiori sta vivendo il proprio riscatto: lo sta facendo lontano dalla Città Eterna, ma con la nostalgia di chi un giorno – non troppo lontano – vorrebbe tornare da protagonista. Non sarà questa sessione di mercato a deciderlo, probabilmente nemmeno la prossima, ma Calafiori con la Roma ha un conto aperto che prima o poi vorrà saldare.
Un sogno a metà
Un sogno da vivere completamente: lo paragonano a Nesta, ma lui vorrebbe sentirsi come Samuel. Quel “muro” romanista che ha fatto la differenza e anche il giovane Riccardo vorrà avere la possibilità di ripetere l’impresa. Magari – in un mondo perfetto – con il tricolore sul petto. Non è ancora il momento, ma non tutto è perduto e lui lo sottolinea come può. Anche mettendo Totti e De Rossi nella sua squadra ideale. Al pari dei compagni di calcetto. È bastata una domanda per tirare fuori, nel mezzo del ritiro azzurro, la sua voglia di Roma. Chissà che, prima o poi, non venga soddisfatta.