Davide Bombardini a RomaForever.it: “Giocare con Batistuta e Montella è stato un sogno. Totti alla stregua di Baggio” – ESCLUSIVA

Davide Bombardini, ex centrocampista della Roma, si racconta in esclusiva ai microfoni di RomaForever.it

Andrea Desideri -
Tempo di lettura: 4 minuti
Davide Bombardini intervista
Davide Bombardini (RomaForever.it)

Roma è fatta di piccoli, grandi momenti, conditi da piccole o grandi persone. Chiunque è passato e passa dalla Capitale, in special modo nella dimensione calcistica, viene ugualmente ricordato. Sebbene abbia fatto poco. O meglio: meno del previsto. Chiunque abbia indossato i colori giallorossi riserva uno spazio nel cuore degli appassionati.

Piccolo o grande che sia. Uno di questi è proprio Davide Bombardini. Centrocampista giallorosso nell’anno successivo allo Scudetto. L’uomo, oggi imprenditore, ha dunque giocato con il tricolore sul petto: una sola presenza da titolare con i capitolini. A San Siro contro il Milan. Mentre ha trovato maggiore fortuna in Coppa Italia contro Triestina e Vicenza.

Bombardini e il “sogno” Roma

Senza contare le tre presenze in Champions League. Sempre in quell’anno, a fine stagione, inevitabile il ritorno tra i Cadetti con la Salernitana. La porzione di vita in giallorosso, tuttavia, la ricorderà sempre e una parte di questa la rivive in esclusiva ai nostri microfoni. Le dichiarazioni a RomaForever.it sono ricolme d’amore per la società giallorossa.

L’uomo ha vissuto nell’era Sensi, dove non si è vinto molto ma i giocatori erano coccolati e, nel ripercorrere quegli anni, si evince persino una punta di malinconia. Non solo per la gioventù di un calciatore considerato fra i più promettenti nel suo ruolo. Ora ha cambiato vita e quello che è stato il suo contributo nel calcio professionistico è noto a tutti, ma una sua prospettiva dell’ambiente romano e romanista può dare un’idea di quello che attende i giocatori che verranno. Di questo e molto altro ha parlato alla nostra testata.

Davide Bombardini intervista
Davide Bombardini intervistato in esclusiva da RomaForever.it

Il tuo arrivo alla Roma, è avvenuto subito dopo il terzo scudetto per i giallorossi: quindi hai vissuto in un clima ancora più coinvolgente da parte della tifoseria romanista. Che ricordi hai di quegli anni e dell’atmosfera che si respirava?

“Per me è stato un grande anno quello, impossibile non essere al settimo cielo. Io arrivavo dal Palermo, quindi avevo già una discreta esperienza, ma Roma è un’altra cosa. Soprattutto perchè c’erano tutti quei campioni. Totti, Montella, Batistuta, Cafù era il mio compagno di camera. Stare insieme a loro era un sogno, motivo di orgoglio ancora oggi. Visto che Totti lo considero alla stregua di Baggio per quanto riguarda i calciatori italiani”.

Le lasagne con Totti

⁠In quegli anni hai giocato con grandissimi calciatori: chi ti è rimasto più impresso a livello tecnico e umano?

“Totti, come ho detto anche prima, poi c’era un altro grande talento a livello tecnico che era Antonio Cassano. Montella un mancino incredibile. Io uscivo molto con Francesco e Antonio. La mamma di Totti ci faceva spesso le lasagne, anche Cassano a livello umano con me è stato molto disponibile. Devo dire che anche con gli altri c’era una bella atmosfera, poi è normale: gli argentini fanno più gruppo fra di loro, lo stesso i brasiliani, ma nel complesso c’era un bel clima”.

Hai avuto Capello come allenatore, Totti come capitano e un giovanissimo Daniele De Rossi: che ricordi hai? E se vuoi raccontaci qualche aneddoto che ti è rimasto nel cuore

“Daniele De Rossi l’ho conosciuto molto bene perchè abbiamo fatto il ritiro pre-campionato a Kapfenberg in camera insieme, dato che Cafù era ai Mondiali. La cosa che mi è rimasta impressa è che mi diceva sempre: ‘Se e quando diventerò un giocatore di un certo livello, la prima cosa che faccio è comprare una Ferrari’. Allora ogni volta che lo vedevo gli dicevo: ‘Daniele, poi, l’hai presa la Ferrari?’ e mi diceva sempre no. Avrà cambiato sogno, ma poi è diventato un grande giocatore e adesso un allenatore. Sono felicissimo di questo”.

In camera con De Rossi

Hai conosciuto Daniele De Rossi da vicino, nei primi anni della sua carriera e oggi lo vedi allenatore della sua squadra del cuore: come lo vedi e cosa pensi che possa dare ancora alla Roma?

“In campo era un grande trascinatore e la stessa mentalità la metteva quando bisognava allenarsi. Lo stesso può dare adesso da quando ha preso la Roma, abbiamo visto tutti cosa è in grado di fare. La sua arma in più è la romanità: conosce l’ambiente e sa come muoversi. Un valore aggiunto. Gli auguro di potersi togliere grandi soddisfazioni con la Roma, poi è difficile perchè nessuno è profeta in patria, come si dice, ma lui ha tutte le carte in regola per fare un ottimo lavoro”.

Che ne pensi del nuovo DS Ghisolfi? Credo sia giusto iniziare a puntare ed investire sui giovani meno affermati ma con più fame e voglia rispetto ai giocatori presi negli anni di Mourinho con maggiore esperienza a parametro zero?

“Ghisolfi intanto è un DS giovane, sicuramente avrà voglia di imporsi in una piazza come Roma che non è mai facile. Lui è un profilo giusto, quando ha iniziato a fare questo lavoro ha sempre fatto ottime cose. Secondo me andrà molto d’accordo con il mister e penso che sia una scelta giusta, poi vedremo il lavoro che svolgeranno. Nel complesso è un profilo idoneo per una società come la Roma”.

Secondo te quale sarebbe qualche nome interessante per il calciomercato della Roma?

“Puoi prendere giocatori affermati come hai avuto quest’anno con Lukaku e Dybala per avere un attacco stellare, oppure puoi focalizzarti sui giovani e fare un lavoro di crescita. Io punterei più su quello con Roma in questo momento perchè servono non persone sconosciute e su cui andare a scatola chiusa. Intendo giovani promettenti che vanno mischiati con personalità affermate che la Roma già possiede”.

L’addio al calcio

Pensi che le convocazioni del CT Spalletti rispecchino le prestazioni dei giocatori in quest’ultima stagione di campionato? E cosa credi possano dare all’Italia, i nostri quattro romanisti agli Europei?

“Nel complesso sì, questa è una Nazionale che ha voglia e si vede quello che può dare. La Roma in questo momento ha lustro e ottime pedine su cui poter contare e i 4 giallorossi faranno sicuramente una spedizione positiva”.

Nel momento in cui si “appendono gli scarpini al chiodo” come cambia la vita di un ex calciatore di Serie A e cosa ti lascia quel mondo?

“Diciamo che per me non è stato troppo traumatico. Si parla comunque di sensazioni, c’è a chi prende più e a chi prende meno. Io avrei voluto rimanere nel settore calcistico, ma mi sono reinventato in ambito immobiliare e sono contento così. Nel frattempo, però, mi rendo conto che quando torno nelle piazze dove ho giocato la gente ancora si ricorda di me. C’è grande nostalgia di quegli anni e quindi è bello essere comunque riconosciuti e amati ancora oggi. A Roma succede meno, ma solo perchè ho giocato poco. Fare il calciatore è sogno di ogni bambino, quindi quando ci riesci ti restano solo bei ricordi”.