Tutto ormai stabilito per quanto riguarda la cessione dell’Everton, che passerà dalla proprietà iraniana a quella americana dopo la firma che i Friedkin, già proprietari della Roma, apporranno oggi sul contratto di vendita. La trattativa premia dunque il gruppo texano che adesso può vantare addirittura tre club europei nelle sue disponibilità. Dopo Roma e Cannes, adesso Dan Friedkin sbarca anche in Premier League alla guida dei Toffies. Moshiri ha ritenuto quello degli statunitensi il progetto più credibile sotto l’aspetto finanziario e adesso, ad accordo raggiunto, manca solamente la firma per concretizzare il tutto.
Per rilevare il pacchetto di maggioranza del club (94% delle azioni), tramite la Blue Heaven Holdings Limited, Dan ha messo sul tavolo ben 475 milioni di euro. Una bella cifra, difficile da rifiutare per un gruppo che non stava navigando in buone acque come quello dell’imprenditore iraniano. La parte restante delle quote (4,6%) rimarrà nelle mani di azionisti minori, mentre l’1,3% sarà alla società dell’ex presidente Bill Kenwright. Questa la nuova distribuzione percentuale del nuovo Everton che sotto la guida americana vuole rilanciare il proprio brand, sfruttando anche il discorso stadio.
Perché mentre a Roma le pratiche per la presentazione del nuovo progetto di Pietralata vanno per le lunghe, attorno al nuovo impianto dell’Everton ruota il nuovo castello di Friedkin. A Liverpool il nuovo impianto è in costruzione al molo Bramley-Moore e sarà inaugurato dopo la prossima stagione. Giusto in tempo per essere selezionato fra le sedi dell’Europeo 2028. Non è comunque l’unico in via di ristrutturazione, c’è anche in Francia quello del Cannes pronto per il restyling. I due nuovi impianti potranno davvero aumentare notevolmente i ricavi del gruppo texano, proprio come risulta dai piani sia Dan che Ryan Friedkin.
A Roma però la mossa non sta suscitando pareri troppo favorevoli. Anzi, sembra quasi preoccupare e non poco il tifo romanista. Soprattutto da quando la società texana ha annunciato di recente il cambio di rotta rispetto alle politiche del passato. Non più spese folli ma investimenti morigerati con un occhio ai bilanci. Una svolta all’insegna della sostenibilità. Tant’è che parte della tifoseria non capisce per nulla il fatto di andare ad investire in altre zone d’Europa. Si rischia, dicono, quasi il disimpegno dalla causa giallorossa. Proprio per questa ragione, Lina Souloukou, Ceo Roma, è stata costretta a puntualizzare la volontà della famiglia di proseguire col club capitolino. Una sorta di “Roma stai serena” che viceversa non contribuisce più di tanto a rasserenare gli animi…