“Adesso vinco io”. Detto, fatto. Marcello Lippi ha vinto ovunque e, tra le varie soddisfazioni, c’è anche quella di aver portato a casa un titolo Mondiale con l’Italia. Quello del 2006. In quella cavalcata senza tempo, a cui inizialmente, si guardava con scetticismo, c’erano anche Totti e De Rossi. Personalità a cui Lippi è particolarmente legato.
In primis perchè li ha visti crescere, in secundis perchè ha saputo trattarli come pochi hanno fatto nel corso degli anni. Non c’era soltanto il rapporto giocatore-allenatore, Lippi ha mostrato il lato umano che ha fatto la differenza. Lo stesso faceva con gli altri, ma con i romanisti è legato a un retroscena particolare. Il primo riguarda Francesco Totti.
Il Capitano per antonomasia, nel 2006, ha rischiato di non partecipare al Mondiale. Sul finire del 2005 si infortuna gravemente e deve affrontare un’operazione complicata: non tanto per la riuscita, dato che è un intervento di routine, quanto per la convalescenza. Il rischio era di non farcela. A Totti si chiedeva una corsa contro il tempo.
Il numero dieci della Nazionale ce l’ha messa tutta anche grazie a Lippi che, subito dopo l’infortunio, è andato a trovarlo a Roma in ospedale. Ebbero un colloquio molto importante. Lippi gli disse tre semplici parole: “Ci servi, sbrigati”. Totti in quel momento si sentì indispensabile, allora mise tutto sè stesso per tornare e l’allenatore – allora CT della Nazionale – lo chiamò e l’ex centravanti fu determinante.
Specialmente contro l’Australia, confronto passato grazie a un suo calcio di rigore. Un altro rigore – quasi per un segno del destino – caratterizza anche il rapporto con Daniele De Rossi. L’attuale tecnico giallorosso, all’epoca, era un centrocampista giovane e oltremodo esuberante. Dopo 4 partite viene espulso, salta tutto il resto del Mondiale e torna disponibile solo per la finale. Arriva il momento dei rigori, contro la Francia, nessuno se la sentiva di tirare.
O meglio: si faticava a trovare i rigoristi perchè molti sentivano la responsabilità. De Rossi si è offerto senza esitare: “Tu tiri? Ok, De Rossi, poi chi altro?”. Questo disse Lippi. DDR segnò e l’Italia vinse anche grazie a lui. Se avesse sbagliato lo avrebbero massacrato, ma DDR – anni dopo – ha commentato così: “Se avessi fallito quel rigore, dopo la squalifica, avrei subìto critiche feroci. Tuttavia, sarebbe stato peggio se non avessi tirato. Mi sarei vergognato di me”. Lippi ricorda questo aneddoto – insieme a quello con Totti – con tanto affetto ed estrema riconoscenza. Non si vince mai da soli, è quasi sempre merito del gruppo. Una “lezione” che Lippi ha imparato anche grazie a persone come Totti e De Rossi.