Non si placano le polemiche riguardanti l’ex allenatore José Mourinho e la Roma. Sembra infatti che lo Special One voglia cogliere ogni occasione per togliersi qualche sassolino di dosso, dall’esonero a questa parte. Mou non ha mai digerito l’allontanamento dello scorso gennaio e attacca la Roma con l’arma che più gli è congeniale, quella mediatica. Ora, il portoghese, sta per iniziare la sua nuova avventura alla guida del Fenerbahce, un club più abituato a vincere rispetto a quello capitolino, almeno secondo il Mourinho pensiero. Perché sembra questa la nuova narrazione che lo Special continua a riproporre davanti ai media.
Da quando è sbarcato nel club turco Mourinho non parla d’altro, ossessionato della Roma, quasi voglia mandare un messaggio indiretto persino alla sua nuova squadra. Difficile comunque capire bene la sua nuova strategia comunicativa, una strategia che sta chiaramente facendo incendiare la tifoseria del Fenerbahce, in questo momento speranzosa di poter arrivare quantomeno a qualche titolo come successo alla Roma. Nel frattempo, potrebbe diventare una sfida a distanza pure a livello di calciomercato quella tra il tecnico lusitano e la società romanista. Per ora la guerra fredda si limita alle frequenti frecciate da Instambul.
Nel caso specifico, rispondendo alle domande di TNT SPORTS sulle esperienze più belle regalategli dal calcio, Mou ha detto che è stato “fortunato, molto molto fortunato. Non sono stato a Manchester nel miglior momento del club, ma l’Old Trafford è sempre Old Trafford. Il Bernabeu è il Bernabeu, San Siro è Siro, Stamford Bridge… sono stato davvero fortunato”. Ovviamente non cita l’Olimpico, ma al contrario elogia la fedeltà del tifoso romanista con queste parole: “I tifosi della Roma sono fedelissimi al club, nonostante non sia abituato a vincere”. Insomma, ritorna sempre ad ogni battuta il leitmotiv del portoghese, una versione aggiornata e un po’ rimaneggiata dello “zero tituli” di interista memoria.
Anche se poi nel corso delle altre domande Mourinho un complimento alla Roma lo fa, seppur a livello quasi marginale e dalla precisazione pressoché canzonatoria. Difatti, a domanda specifica su quale fosse stato il suo trofeo preferito, la risposta lascia di stucco. “L’ultimo… la Conference League” dice con piglio sicuro. In seguito, però, aggiunge, quasi a voler negare ulteriori soddisfazioni a chi lo sta ascoltando dall’altra parte d’Europa, da Roma: “È sempre… l’ultimo”. In pratica facendo capire che non c’è qualcosa che lo lega in modo particoalare ai giallorossi, se non una mera congiutura temporale riguardante l’ultima coppa del palmares. Sarà un’estate di colpi bassi…