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Friedkin, i tifosi non ci stanno: i motivi per cui non vogliono l’acquisto dell’Everton da parte dei texani

Friedkin nel mirino: i proprietari della Roma sono al centro delle polemiche. A tenere banco il possibile acquisto dell’Everton

Comprare o non comprare? Questo è il problema. Sicuramente non dei Friedkin che stanno pensando di acquisire l’Everton come ulteriore fonte di investimento. I texani vogliono mettere le mani sul calcio e questo è chiaro: lo era già a partire dall’acquisto del Cannes. Incentivare quel bacino d’utenza significa sedersi a un altro tipo di tavolo: quello che vede lo sviluppo delle multiproprietà e consente, a chi le possiede, di ragionare più in grande rispetto alla credibilità sul mercato e l’espansione dello stesso.

In altre parole: se i Friedkin aumentano ulteriormente la propria reputation, poi, potrebbero diventare leader non solo nel settore cinematografico e alberghiero. Queste referenze sportive servono a incentivare il brand e garantire certezze all’occhio dei mercati. Parole che hanno un senso nell’universo della Finanza.

I Friedkin non mollano l’Everton

Il denaro – come racconta un noto film – non dorme mai e i texani vogliono rimanere svegli e presenti. Senza perdere un centimetro: anzi, se possibile, espandersi è la parola d’ordine. A Roma, nella piazza, questo non è visto con la stessa sicurezza: il timore dei tifosi è quello di essere messi in secondo piano. La tifoseria teme che la società giallorossa non sia più la priorità dei texani.

Dan Friedkin pronto al colpaccio nel mercato sportivo (RomaForever.it)

Insomma, il timore di un ‘Pallotta bis’ è dietro l’angolo. La situazione, almeno sulla carta, è diversa: i Friedkin, contrariamente a Pallotta, sulla questione stadio sono avanti. Questo è un aspetto non da poco, visto che lo stadio di proprietà non è un tassello di second’ordine. Significa maggiori entrate a fronte di un massiccio capitale di partenza.

Tifosi divisi

Il punto che perplime i tifosi riguarda la gestione: la domanda che si fanno è “Com’è possibile gestire tre squadre di calcio e sperare di avere tutto sotto controllo?”. La risposta è semplice. Attraverso un noto detto latino: “Dividi et impera”. In altre parole i Friedkin si divideranno i compiti a seconda delle esigenze.

Tradotto: se l’acquisto dell’Everton dovesse andare a buon fine, perchè ancora non vi è alcuna certezza sull’esito dell’affare, Dan e Ryan ragioneranno in questa maniera: uno sulla Roma e l’altro sui Toffees. Nel senso che i compiti verranno divisi a seconda delle rispettive necessità: la Roma, nello specifico, è una macchina avviata che ha bisogno della benzina giusta.

La nuova possibile gestione

Mentre l’Everton deve essere “rimesso a nuovo”. Quindi avrebbe bisogno – almeno nella fase iniziale – di maggiore presenza sul territorio: per questo uno tra Ryan e Dan andrà nel Regno Unito a vigilare. Almeno per le fasi iniziali. A Roma chi resta? Lina Souloukou più uno dei due: se parte Dan, Ryan Friedkin resta a supporto nella Capitale o viceversa.

I giallorossi protagonisti sul mercato (RomaForever.it)

Il vero tassello del cambiamento è rappresentato dall’attuale CEO della Roma, destinata a prendere sempre più spazio e potere nelle decisioni societarie. Il modello è quello di Marina Granovskaia ai tempi del Chelsea di Abramovich. Una factotum deputata a far brillare ulteriormente la Roma con a disposizione le finanze dei texani.

Souloukou al centro della Roma

Questo switch, che avverrebbe soltanto a livello di gestione interna, potrebbe concretizzarsi gradualmente. La donna, in ogni caso, si appresta a diventare un punto fermo dei giallorossi. Più di quanto già non sia. L’Associazione Sportiva, dunque, non sarà lasciata a sè stessa: cambierà, eventualmente, prospettiva di gestione.

Andrea Desideri
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Andrea Desideri