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Tornano “I Cesaroni”: la serie cult ha fatto scuola, perchè identifica anche un tipo di tifosi

Riprendono alla Garbatella le riprese della fortunata serie con Claudio Amendola: perchè “Cesaroni” è diventato un termine specifico

Pentole e bicchieri, sciarpe e bandiere. Questo sono “I Cesaroni”. La tanto amata serie Mediaset che, nei primi anni del Duemila, ha fatto breccia nei cuori e nelle giornate dei telespettatori. Talmente tanto amata, in qualità di serie tv, che anche le repliche su Netflix (messe tempo dopo) viaggiano fortissimo.

Questo ha spinto i vertici a rifare una stagione. Tutto completamente nuovo. Si sanno poche cose: una è che le riprese nel noto bar della Garbatella sono ricominciate dagli inizi di Giugno. L’altra è che ci sono nuovamente i tre protagonisti: Claudio Amendola, Antonello Fassari e Max Tortora. Può sembrare scontato, ma non lo è affatto: l’ultimo degli interpreti nella stagione precedente al remake ha dato forfait.

“I Cesaroni”, dalla fiction alla realtà

Dopo tanti anni torna sul set che l’ha reso ancor più popolare, come lo stesso Tortora ha dichiarato sui propri canali social. Ancora non trapela niente sul nuovo tipo di sceneggiatura: non sappiamo, in altre parole, cosa accadrà all’oste più famoso d’Italia. Claudio Amendola torna a vestire i panni di Giulio Cesaroni dopo il successo di tanti altri prodotti – come “Il Patriarca” che sta per tornare con una nuova serie – che lo hanno visto protagonista e curerà anche la regia.

Cosa significa il termine Cesaroni applicato ai tifosi della Roma (RomaForever.it)

“I Cesaroni” saranno diretti da lui anche fuori scena: in passato è toccato a Vicario e Pavolini. Al netto di queste piccole grandi sicurezze, la serie ha consegnato alla storia un altro grande particolare: la Roma. All’interno del girato i colori giallorossi regnano sovrani. L’Associazione Sportiva ha anche partecipato a un episodio trasmesso su Canale 5: c’erano ancora Totti, Spalletti e un giovanissimo De Rossi. Senza barba, con i capelli a spazzola. Quasi irriconoscibile rispetto a oggi.

Un termine cult

Al termine delle fortunate stagioni, “Cesaroni” è diventato un parametro di sfottò: i biancocelesti hanno cominciato a definire i romanisti in questa maniera in una ‘simpatica’ guerra all’ultimo aggettivo. Infatti il nome della fortunata serie per le strade di Roma viene usato in maniera quasi dispregiativa: tendenza che hanno cominciato a usare anche gli stessi supporter giallorossi quando bisogna indicare un tifoso che, invece, di sostenere la squadra si pavoneggia. Come se fosse al cinema o in televisione.

Questo fa giogo ai produttori della serie che sanno di aver favorito qualcosa di unico, ma nell’ambiente romano e romanista c’è grande divisione. Non solo attorno al regista e interprete Claudio Amendola, preso di mira dal tifo organizzato giallorosso sin dai tempi del film “Ultrà”, ma proprio nei confronti di un prodotto che fa ridere la gente assurgendo l’Associazione Sportiva Roma a cornice.

Ironia e sfottò

Il parere sul risultato televisivo resta in bilico, ma quello che resta alla Garbatella è un grande trasporto – nel bene e nel male – per qualcosa e qualcuno che ha segnato un’epoca. Mentre il dibattito tiene banco, è caccia all’ultimo selfie: il bar della Garbatella è diventato nuovamente centro nevralgico del grande spettacolo, con qualche sciarpa della Roma in più. Aspettando che a popolarsi nuovamente sia l’Olimpico, in quel caso lo “Share” è senza pari.

Andrea Desideri
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Andrea Desideri