Daniele De Rossi sa di dovere molto alla Roma, e a tutti i romanisti. L’occasione datagli è di quelle da sfruttare al massimo, come non a caso ha fatto nei mesi dell’annata appena conclusa una volta subentrato a José Mourinho. Il suo impegno e la sua attitudine erano di un professionista che non aveva solamente a cuore la propria carriera, ma le sorti di una squadra che ha sempre portato nell’anima e di cui è sempre stato la bandiera. Ecco perché vuole fare bene fin da subito, fin dal primo anno del suo triennale che lo legherà ancora ai colori giallorossi. Tre anni, dopo tutto, passano molto veloci soprattutto per un allenatore.
Proprio per questo il suo entusiasmo a Trigoria è contagioso. Davanti la prospettiva di allenare per la prima volta fin dal precampionato. L’occasione è propizia per mostrare la sua idea di calcio. Perciò non si è preso vacanze, vuole respirare ogni giorno il clima del centro sportivo di Trigoria. Pur conoscendolo da una vita, sembra non averne mai abbastanza. De Rossi dunque è lì, quotidianamente, le sue giornate sono scandite da studio e riunioni. Vuole allontanare le voci di una Roma in ritardo nella costruzione della rosa. Non vuole ferie, le salta volentieri per una missione dalla portata più ampia.
A tal proposito, in occasione della “The Coach Experience” organizzata dall’AIAC, De Rossi dice che “tra 10 anni prenderò magari qualche vacanza e mi allontanerò un po’ da Roma. Ma per il momento voglio stare lì, ne ho bisogno”. La romanità di una persona con la Roma nel dna si vede anche da questo. Insomma, c’è tanto da fare e DDR lo sa bene. Non vuole deludere una piazza che si fida ciecamente di lui, che lo vede come l’unico punto fermo di una società straniera cui piace investire in più parti del mondo. Lui è la certezza per quei tifosi che non si fidano del tutto del progetto Friedkin.
Sempre a margine dell’evento AIAC De Rossi dice di sapere dove intervenire, perché “il Bayer ci è stato superiore e noi vogliamo migliorare”. E per farlo deve contare pure sul nuovo arrivato in casa Roma, quel Florent Ghisolfi che deve svoltare il mercato dei giallorossi. “Mi trovo bene sia con lui sia con Simone Ricchio, il suo collaboratore – sostiene – oltre a Lina, Maurizio e tutte le persone che già hanno lavorato con me. Cerco di regalarle attitudine, atteggiamenti positivi, fame, voglia di sentirsi migliori”. In definitiva, Danie’ sta infondendo la passione e la romanità di un bambino con la Roma nel cuore, che prima è diventato giocatore e poi allenatore di un sogno che lo accompagna dall’infanzia.