“Dicevano che quando c’ero io si giocava per vincere, ma non era vero” l’ennesima dichiarazione di José Mourinho verso la sua ex squadra, la Roma. Il portoghese continua a rilasciare commenti al veleno a distanza di quasi sei mesi dal suo esonero. In pratica da quel 14 gennaio che ha messo la parola fine alla sua esperienza in riva al Tevere. Un’esperienza che per un biennio ha fatto sognare la piazza, portando la Roma in lizza per due finali continentali consecutive a Tirana e a Budapest. La prima vinta mentre la seconda persa più che altro a causa di “sviste” arbitrali (vero Taylor?)… come tutti i romanisti ricordano.
Ora la nuova avventura in Turchia, alla guida del Fenerbahce, con la solita accoglienza trionfale che deve averlo galvanizzato. Lo Special One è nuovamente in pista e, com’egli stesso dice, gli “mancava giocare per vincere. La Roma giocava per vincere perché dicevano che quando c’ero io si giocava per vincere ma non era vero. Tanto che dopo la mia partenza non è cambiato nulla. Nelle competizioni europee era fuori dagli schemi – continua Mourinho – mentre a livello nazionale non è cambiato nulla. Lottare per il campionato, una cosa che mi motiva, non l’avevo né alla Roma né al Tottenham. Mi manca il fatto di non poter perdere punti”.
Dichiarazioni consegnate alla stampa in occasione della partita amichevole tra Portogallo e Croazia in vista di Euro 2024. Parole che dette da lui fanno sicuramente un certo effetto, soprattutto nella Capitale, dove la tifoseria è divisa tra i sostenitori del guru portoghese e i detrattori che lo accusano del sesto opposto maturato in questa stagione. Una frattura che si porta avanti praticamente da quasi mezzo anno, in parte sanata solamente in un primo momento dei risultati di Daniele De Rossi ma che in seguito si è riaperta dopo il mancato raggiungimento della zona Champions League. Mou però non si è limitato a mandare la frecciata alla sola Roma.
Era infatti allo stadio per visionare Livakovic, portare del Fenerbahce con il quale avrà modo di lavorare a breve. Per quanto riguarda le candidate alla vittoria dell’Europeo, Mourinho dice senza nascondersi: “Praticamente tutti la pensano come me: Portogallo, Inghilterra, Francia, poi Germania e Spagna. L’Italia non credo, non è una generazione molto talentuosa: non vinceranno ancora”. La selezione con quattro giocatori della Roma secondo lui ha poche chance di vincere. Insomma, il portoghese non sembra essersi lasciato bene nemmeno col paese che l’ha accolto per la sua seconda avventura.