Roma, il fascino dell’Argentina: da De Rossi a Paredes, passando per l’ex Lukaku. Quanti sognano la Bombonera

Roma dal cuore Albiceleste. I giallorossi hanno una passione smodata per il calcio argentino, con particolare attenzione al Boca Juniors

Andrea Desideri -
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Roma De Rossi Boca Juniors
De Rossi con la maglia del Boca (RomaForever.it)

Una volta, nel recente passato, quello in cui lo stemma era ancora fatto con ASR nella parte inferiore, si parlava di Roma brasileira. Una certezza data dal folto numero di verdeoro in campo. Da Aldair a Cafù passando, in tempi più moderni, per Adriano e Maicon. La situazione – anche attraverso lo stemma – è cambiata.

Ora è rimasta la lupa, simbolo imprescindibile di storia e civiltà, con la scritta Roma in bella vista ad accompagnare una tradizione millenaria. Oltre allo stemma si è modificata anche la formazione: la Roma brasileira è andata in pensione per far posto alla versione giallorossa dell’Albiceleste. Da Paredes a Dybala, passando per De Rossi.

Roma dall’anima Albiceleste

Tutti sognano l’Argentina. Compreso l’ex più recente: Romelu Lukaku che potrebbe finire al Napoli, dove di argentino ce n’era uno che vale la storia di questo sport. C’è vita oltre Maradona? La risposta è sì e DDR e gli altri l’hanno trovata in un punto preciso: la Bombonera. Lo stadio del Boca Juniors dove non si gioca soltanto a pallone: si costruiscono generazioni. Lì i sogni prendono vita a prescindere dal risultato.

Boca De Rossi
Il tecnico giallorosso alla Bombonera (RomaForever.it)

L’atmosfera è come un tango perenne: un ballo comune che si compie ogni volta che i tifosi urlano e fanno festa. Accade a prescindere dall’esito finale. Boca è sostanza, sofferenza, ritmo e capacità. Lo sa bene Daniele De Rossi che, alla fine della carriera, un anno in Argentina lo ha fatto. Proprio nella squadra dove ha giocato anche Maradona.

Passione Boca

Il Dio del Calcio ha detto: “Quando passa De Rossi, bisogna farsi tutti il segno della croce”. Un modo carino per sottolineare che la sacralità con cui DDR si è approcciato all’Argentina è da film. L’ex centrocampista di Ostia non è Josè Hernandez, ma per lui parlavano i suoi piedi e la sua vena. La stessa che ha ritrovato Paredes, con cui parlano di Boca come se fossero ancora su quei gradoni alla Bombonera.

“Il sogno di Daniele è tornare ad allenare lì” – ha detto il centrocampista giallorosso – e la promessa reciproca è che un giorno torneranno insieme da quelle parti per provare a vincere ancora. Forse si porteranno anche Dybala. Non è il momento di pensare a quando: pensiamo piuttosto al perchè. Il motivo è dovuto alla concezione del calcio.

Tra Colosseo e Bombonera

In Sudamerica il calcio sta vivendo l’espansione economica che tocca il mondo globalizzato. Tuttavia quell’universo sudamericano non è stato ancora contaminato del tutto dal cinismo che alberga in Italia. Nello Stivale c’è una visione più netta che guarda troppo ai numeri e poco alle emozioni. Eccessivamente schiava del risultato piuttosto che legata alle ambizioni. Essere ambiziosi in Argentina fa rima con essere presenti, concetto semplice che DDR, Paredes e Dybala stanno cercando di riportare nella Capitale.

Il calore c’è anche all’ombra del Colosseo, ma in Argentina non basta qualche sconfitta per ridimensionare la felicità di un popolo. A Roma, invece, c’è ancora quella pressione che spesso annienta il romanticismo. De Rossi ha imparato a conviverci, ma non si è ancora rassegnato che le cose possano cambiare. Ha preso in mano la squadra per cercare di farlo, per fortuna sembra essere in ottima compagnia.