Le rassicurazioni dalla Germania, rispetto allo studio e ai conti della Roma, sono il quadro perfetto di una macchina che funziona. La società giallorossa, stando a quello che si evince dai calcoli fatti, è ormai un club d’élite. Nel senso che esiste un equilibrio fra perdite e ricavi che giova alle sponsorizzazioni e restituisce una stabilità concreta in grado di consentire anche una politica diversa sul mercato. Inteso non soltanto come operazione di compravendita dei diversi giocatori, ma anche e soprattutto come atteggiamento relativo al business e al comportamento finanziario.
Il delisting dalla Borsa avvenuto con l’arrivo dei Friedkin ha consentito una maggiore rilevanza sul piano degli affari, portando una rivoluzione durata tre anni che sta dando i primi importanti frutti: serviva un progetto e ora un progetto c’è. Il merito è in particolare di una persona: Lina Souloukou.
Roma, cambio di passo sul mercato
Praticamente braccio destro dei Friedkin, nonché CEO e rappresentante della società giallorossa quando bisogna metterci la faccia e far tornare i conti. A un anno dall’inizio della sua avventura in giallorosso gli sponsor e i ricavi sono aumentati e le perdite si sono ridotte sensibilmente, malgrado il monte ingaggi sia aumentato del 20%.
Per non parlare di una crescita del valore di mercato: la Roma, oggi, agli occhi degli investitori vale 200 milioni in più. Significa che aumenta anche il potere d’acquisto: qualsiasi cosa che la società giallorossa mette in atto ha il doppio del valore. Questo spiegato a grandi linee. In altre parole: Souloukou vuol dire affidabilità, garanzie ed espansione.
Il potere d’acquisto aumenta
Tutte peculiarità che gioveranno alla Roma agli occhi dei concorrenti, ma soprattutto consentiranno di ampliare le possibilità di una società sempre più in salute. Vale a dire che rispetta i criteri di sostenibilità messi in atto dalla UEFA: per ottemperare al settlement agreement, infatti, quest’anno basteranno 10 milioni di euro. Poi il divario fra entrate e uscite sarà colmato.
Una soddisfazione non da poco che permetterà anche di improntare il mercato in maniera diversa. Successivamente c’è anche la questione immagine: il brand Roma cresce anche all’estero e non è soltanto merito delle tournée (che quest’estate non ci saranno) promosse in giro per l’Europa. Si veda l’Australia.
Maggiori ricavi, meno perdite
Tutto dipende dalla conoscibilità e riconoscibilità del marchio: la Roma è a capo di numerose iniziative dal respiro internazionale. Questo anche grazie al lavoro del Friedkin Group che esporta il concetto di Roma all’estero con eventi e meeting dedicati. L’ultimo relativo alla condizione dei detenuti di Rebibbia.
Il Twinning Project è piaciuto non soltanto alla UEFA, ma anche ai mercati finanziari che vedono i giallorossi come un fiore all’occhiello da tenere in considerazione. Il club è 26esimo nei criteri di sostenibilità, in grande ascesa nell’arco di 365 giorni, con prospettive di sviluppo e ampliamento altrettanto importanti. La Roma ha cambiato passo e il mercato globale ringrazia: l’operato di Lina Souloukou non è ancora finito.