Pellegrini, da Totti a Baggio: tutti lo vogliono con la dieci azzurra, perchè può essere l’uomo giusto

Lorenzo Pellegrini fulcro ideale di questa Italia: tutti lo vogliono con la dieci, gli “spot” di Baggio e Totti indirizzano la Nazionale

Andrea Desideri -
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Pellegrini al centro dell’Italia di Spalletti (RomaForever.it)

Nemo profeta in patria. Pellegrini non fa eccezione, il capitano romanista è spesso osteggiato dalla tifoseria. Impossibile parlare di odio perchè i tifosi della Roma, con quella maglia indosso, non odiano mai nessuno. Tuttavia qualche remora c’è: Lorenzo Pellegrini è sempre stato un capitano sui generis. Più sobrio di Totti e De Rossi, più morigerato di Florenzi.

Il numero sette giallorosso è riservato, si tiene lontano dal clamore e soprattutto ignora volutamente i media. Non cavalca le polemiche, né tantomeno si è mai lasciato andare in dichiarazioni scomode. Nel recente passato Totti e De Rossi hanno dimostrato – con la fascia al braccio – di dare tutto per la causa. Anche a parole.

Pellegrini faro azzurro

Ogni dichiarazione di Totti e DDR pesava come un macigno. Ancora oggi, quando l’ex centrocampista di Ostia parla, mezza parte di Roma tace e l’altra metà si commuove: le sue parole sono come sentenze. Non solo perchè è l’allenatore della Roma, ma anche e soprattutto perchè possiede una certa mentalità molto vicina al tifoso ma con un tale raziocinio da risultare sempre appropriata e mai fuori posto.

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Il centrocampista giallorosso potrebbe ereditare la dieci azzurra (RomaForever.it)

Allora il paragone con Pellegrini – sia nei confronti dell’ex dieci che dell’ex sedici giallorosso – non può esistere. Si può vedere (e questo lo hanno fatto davvero in pochi finora) ciò che il centrocampista romano sta facendo: Pellegrini lavora a testa bassa, evitando gesti plateali e parole di troppo. Gioca con gli infortuni in corpo, senza fare una piega.

Il dieci che non ti aspetti

Gli hanno detto di essere al di sotto degli standard, in maniera più o meno velata, e lui non ha cavalcato un insulto. Dal più piccolo al più grande. Si è sempre messo a disposizione: da Fonseca a Mourinho, passando per De Rossi. Tutti contano su di lui, magari con risultati diversi. Ma Pellegrini c’è. E continuerà ad esserci. A Roma lo vedono poco, tra luci e ombre.

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Pellegrini nuovo “simbolo” degli azzurri (RomaForever.it)

Continua il mantra che accompagna qualsiasi ragazzo romanista e sognatore: “È intelligente, ma non si applica”. Questi rumors, che arrivano più che altro da universi paralleli come social e radio, intaccano internamente una carriera in divenire, ma non scalfiscono l’uomo che arriva in Nazionale e – anche grazie alla rinascita con la Roma – si prende gli applausi del caso.

L’ok di Baggio e Totti

Prima Totti (che può sembrare di parte avendolo avuto compagno di squadra), poi Baggio (e qui la musica cambia, perché il Divin Codino ancora oggi è esempio condiviso di saggezza e competenza) dicono che Lorenzo Pellegrini merita la dieci. Magari non è un uomo da copertina, non è il trequartista dalle giocate spettacolari.

Rappresenta, tuttavia, il volto di un’Italia operaia che riparte da Di Lorenzo, Barella, Jorginho, Dimarco in mezzo al campo e Scamacca davanti. In alternanza con Retegui. Non l’Italia Campione del Mondo 2006, ma l’Italia campione d’Europa che deve difendere il titolo in una traversata con tanti dubbi e poche certezze.

L’Italia operaia

Una di queste è Lorenzo Pellegrini, insieme a Federico Chiesa, l’altro trequartista che deve fare il lavoro sporco nelle partite che contano. Dove serve stare lontano dai fotografi e le prime pagine per rimanere concentrati sul campo. In questo, il numero sette giallorosso non è secondo a nessuno.