“Nel bene o nel male il capitano rimane tale”. La curva aveva già provato a difendere Pellegrini dopo qualche prestazione opaca, ma dietro quello che è un appariscente striscione c’è molto di più. In primis la storia di un ‘figlio di Roma’ che prende la fascia nel 2021 ereditandola da Edin Dzeko in un periodo difficile.
Poi alterna prestazioni sfavillanti a momenti di stanca. È la volta di Mourinho: Fonseca saluta e Pellegrini resta sempre protagonista. Lo Special One inizialmente incorona il capitano giallorosso: “Se avessi tre Pellegrini, tutti e tre giocherebbero titolari”. Il primo anno la squadra vince la Conference League anche grazie a una gestione impeccabile del numero 7 giallorosso.
Pellegrini croce e delizia
L’anno successivo della gestione da Setubal il centrocampista della Roma si fa male e i fastidi muscolari gli fanno giocare una stagione di alti e bassi: unico squillo degno di nota, fra gli altri, la rete contro i neroverdi (sua ex squadra) che porta la Roma a tre punti dal quarto posto. Illusione momentanea, ma di un certo spessore. Successivamente l’ecatombe. Il mediano stringe i denti, ma l’ultimo anno a firma Mourinho è un lento scomparire. Fino alla disfatta in campionato con il Milan.
Subito dopo l’esonero del tecnico portoghese e le voci di una possibile rivolta interna capitanata proprio dal numero 7 giallorosso. Nel frattempo arriva De Rossi, Pellegrini ritrova condizione fisica e gol. Decisivo quando serve. Due mesi impeccabili. Forse anche qualcosa in più, per poi staccare idealmente la corrente nel finale di campionato. “Siamo arrivati un po’ cotti” – dice Cristante in una intervista – Pellegrini approva. La ‘cottura’, tuttavia, non ha impedito al centrocampista di trovare un posto con la Nazionale.
Totti: “Merita la dieci”
Spalletti ha notato la crescita esponenziale di “Lorenzo il Magnifico” e Bryan Cristante: convocati entrambi. Pellegrini è addirittura in odore di dieci. Totti afferma: “Lui la merita per il campionato che ha fatto”. La piazza giallorossa rumoreggia: vorrebbe una stagione senza intoppi da parte del suo simbolo.
De Rossi lavora anche per questo: mettere Pellegrini nelle condizioni di non doversi fermare. O meglio: di riposare senza nessun tipo di stop forzato. L’ex Sassuolo sta ritrovando soddisfazione e continuità, anche in azzurro, ora deve soltanto riconciliarsi – in parte – con una piazza affamata di riscatto.
Riscatto e responsabilità
Un compito non facile, ma come ha spesso ripetuto: “Indossare la maglia giallorossa è un onore e una responsabilità speciale”. La seconda parte del suo discorso si è materializzata in un finale di stagione diverso dalle previsioni, c’è un altro anno per provare a invertire la rotta. Così i fischi potranno diventare applausi, non solo in azzurro. Ripartire da quei 59 gol fatti e 55 assist da quando veste giallorosso (ovvero sette anni) e farli diventare molti di più. Almeno quante sono le speranze di un popolo romanista che aspetta solo lui, nella miglior versione possibile.