Un altro anno nella seconda competizione UEFA. Niente Champions League per la Roma, ma non è necessariamente un dato negativo. La stagione in corso imponeva un atteggiamento e un’ambizione diversa. Ora che il campionato è finito, tuttavia, è possibile ragionare su quello che i giallorossi potrebbero ottenere piuttosto che fermarsi a guardare quel che non hanno.
In primis la società dei Friedkin si presenterà da favorita al torneo. In sede di rinnovamento, visto che il format della competizione è stato cambiato radicalmente (lo stesso vale per la Champions League), non è cosa da poco. La Roma, nella fattispecie, sarà testa di serie essendo sesta nel ranking UEFA.
In altre parole, i giallorossi avranno alle spalle squadre dal blasone particolarmente importante come Manchester Utd e Tottenham a Porto e Real Sociedad, passando per AZ e Lione aspettando di capire chi saranno le componenti dalla Bundesliga. Quindi non è propriamente una dimensione piccola, anzi. L’ex Coppa UEFA potrebbe essere la “nuova gallina dalle uova d’oro”.
L’importante è capire come saranno articolati i guadagni: tutto cambia in base al format. Nella fattispecie quella del 24/25 sarà la prima edizione del format svizzero a 36 squadre, otto partite in prima fase senza la suddivisione a gironi. Il capitale iniziale ammonta a 565 milioni di euro. Ricostruzione che va finanziata e incentivata.
Mezzo miliardo, anzi qualcosa in più, rappresenta sicuramente una buona base di partenza. Molto di più rispetto agli ultimi 6 anni, dove la cifra massima toccata era pari a 510 milioni di euro. La torta sarà suddivisa in percentuali ben distinte: si comincia con il 27,5% – pari a 155 milioni di euro – destinato alle quote di partenza.
In tal senso la Roma riceverà 4,31 milioni di euro per essersi qualificata alla fase a gironi. Subito dopo ci sono le percentuali relative alle prestazioni, che occupano il 37,5% del totale. In altre parole, i 212 milioni di euro che vanno a comporre la seconda tranche si dividono fra chi passa alle fasi successive. Più si va avanti nella competizione, maggiori saranno gli incassi.
C’è poi una terza parte del capitale di partenza (l’intero da mezzo miliardo e oltre) composta dal 35% che va a descrivere il nuovo criterio volto a sostituire il ranking decennale e market pool. Una cifra pari a 198 milioni di euro. Tutto questo, diviso singolarmente, consente di conoscere già i premi per ogni fase del torneo.
Quindi la Roma – oltre ai 4,31 milioni di euro già incassati – potrebbe ambire ad avere 600mila euro che vanno alle prime otto qualificate. 300mila euro, invece, per chi arriverà dal 9° al 16° posto. Premio identico rispetto ai qualificati per gli spareggi. Passando agli ottavi, la qualificazione per ogni singola squadra varrà 1,75 milioni di euro.
La posta si alza a 2,5 milioni per chi arriva ai quarti, mentre le semifinali portano nelle casse dei club 4,2 milioni. L’accesso alla finale, invece, vale 7 milioni. Chi vince dopo Bilbao guadagnerà altri 7 milioni di euro come premio aggiuntivo. Ben tre in più rispetto a quelli incassati dalla Dea di Gasperini nella notte di Dublino.
Nelle casse della Roma, quindi, considerando una prima fase ottimistica, potrebbero arrivare 29 milioni di euro. Oltre ai ricavi della biglietteria per ogni singolo confronto e la terza parte dei premi UEFA. Contando anche tutto il resto, un buon cammino in Europa League potrebbe fruttare nelle casse della Roma almeno 40 milioni di euro. Quasi quanto un top player. La camminata verso Bilbao, dunque, è lastricata di buoni motivi.