Sassuolo-Roma, atto finale, quale sarà la tattica giusta per mettere le mani sul titolo Primavera 1? Fra poche ore, direttamente dal campo centrale del Viola Park di Bagno a Ripoli, provincia di Firenze, sarà spettacolo allo stato puro. In campo le migliori squadre del campionato giovanile più importante, Sassuolo e Roma, arrivate all’ultimo atto della competizione dopo aver superato avversari di tutto rispetto. Le vittime illustri rispondono ai nomi di Atalanta, Inter, Lazio, Milan, solo per citare le più blasonate. Per gli emiliani è la seconda partecipazione ai playoff, per i giallorossi la chiusura di un ciclo.
Nel mezzo lo scudetto, trampolino di lancio verso il calcio professionistico. Anche per questo entrambe le squadre sono allenate da due dei migliori allenatori della competizione. Entrambi amanti del tatticismo, e scrupolosi in ogni minimo particolare: Emiliano Bigica e Federico Guidi stavolta si affronteranno come se fossero in una partita a scacchi. Ma come gioca la Roma? Per tutta la stagione Guidi si è affidato al 4-3-3, solo raramente variandolo in 3-4-3. L’estremo, Bellucci Marin, fresco di convocazione azzurra e prossimo al calcio pro, garantisce grandi riflessi, comunicazione e carattere. Mentre Mannini, basso a destra, se imposta tende ad avanzare di 20 metri verso la linea mediana, sul centrodestra.
Sull’altro versante invece Oliveras macina metri lungo tutta la linea dell’out di sinistra, agevolando Cherubini, ala avanzata, nell’attaccare l’area o attendere il suggerimento. I lati sono i punti di forza dei giallorossi. A centrocampo, Romano fa filtro davanti alla difesa per agevolare gli inserimenti dalle retrovie di Pagano e Pisilli che aggirano e spesso e volentieri colgono in fallo le difesa avversarie. Ovviamente i varchi per questi due sono coordinati dai movimenti di Alessio, bravo nell’aprire pertugi in fase avanzata. Joao Costa invece esula da compiti specifici, avendo licenza di fantasista da spendere per lo più nella zona di destra dello scacchiere.
Per Bigica invece un 4-3-3 più ibrido con Theiner in porta. La linea a quattro arretrata vede Falasca – ex Roma – più difensivo mentre Loeffen e Corradini assicurano ulteriore protezione al portiere. Occhio però a Cinquegrano, sulla carta esterno basso ma con gamba per fare sua l’intera corsia. Nel mezzo Lopes è il play, Leone e Kumi le mezzali: molto versatili nella fase di non-possesso. Perno offensivo Russo, con Bruno e Knezovic a svariare negli spazi liberi sulla trequarti. La chiave sarà nelle terre di mezzo, tra la fisicità di Leone e Kumi e le invenzioni di Pagano e Pisilli. Mentre i playmaker come Lopes e Romano devono schermare e allo stesso tempo garantire la doppia fase. Sulle corsie, per Oliveras e Cinquegrano, sarà una sfida nella sfida.