Ultimi momenti prima dell’esame finale col Sassuolo per la Roma Primavera, momenti che un grande ex come Lorenzo Grossi ha già vissuto nel 2016, proprio quando la Roma conquistò per l’ultima volta lo scudetto di categoria con la seconda squadra. L’ex mediano una partita di questo livello l’ha vissuta, sa cosa passa nella mente di un giocatore poco prima dello scontro decisivo. È un mix di tante cose, tanti pensieri, dove le paure sono soppresse, a malapena, dalla concentrazione e dalla consapevolezza di non poter sbagliare nulla. In palio c’è qualcosa che passerà negli annali a livello storiografico.
E, come si diceva, Grossi tutto questo l’ha già vissuto in prima persona. L’ha provato sulla propria pelle quando la Roma Primavera – all’epoca allenata da Alberto De Rossi, padre dell’attuale allenatore della prima squadra Daniele – conquistava il suo ultimo campionato nazionale, quello del 2016. La bellezza di otto anni fa. Fu una gara tirata, quella volta, una gara decisa solamente dopo i calci di rigore. Anche stavolta, se sarà parità oltre il tempo regolamentare, si andrà direttamente ai penalty senza passare dai supplementari. Grossi, quella notte, non si tirò indietro e senza timore calciò il rigore decisivo.
L’avversario era nientemeno che la Juventus, società abituata a cannibalizzare ogni titolo nazionale ad ogni livello. Era una squadra, quella bianconera, con nomi che poi si sarebbero fatti strada persino nel calcio dei grandi, ad altissimi livelli. Ripensando a quel rigore Grossi dice: “Mentre mi incamminavo verso il dischetto c’è stato un mix d’emozioni. L’obiettivo era far gol e per fortuna è andata bene”. Davanti non aveva un portiere qualunque, bensì Emil Audero che quest’anno è diventato campione d’Italia con l’Inter dopo essersi fatto le ossa nella massima serie difendendo la porta della Sampdoria. Un grande professionista.
Sempre l’ex Roma Primavera Grossi ripensando a quella trasformazione memorabile: “Lì per lì il primo pensiero è stato quello di andare ad esultare sotto la mia famiglia. Poi esplose tutta la mia gioia nei confronti dei miei parenti”. Emozioni che ti rimangono dentro anche a distanza di anni, se non di decenni, ricordi indelebili che fanno parte del background di un’intera carriera. Dopo l’avventura nella Primavera, come ricorda nell’intervista a Gazzetta Regionale, il giocatore ha continuato nelle serie minori per farsi le ossa fino ai giorni nostri: adesso milita nel Tivoli. L’ultimo pensiero: “La finale è sempre una finale. Faccio un grande in bocca al lupo ai ragazzi e speriamo di portare a casa la coppa”.