Lorenzo Pellegrini entra sempre più dentro le venature di questa Roma. Da tempo è capitano giallorosso: la prima volta che ha indossato la fascia risale al febbraio 2021. In risposta alle proteste di Edin Dzeko nei confronti di Fonseca, allora allenatore dei giallorossi. La società decise di togliere la fascia al Cigno di Sarajevo che, in estate, sarebbe andato all’Inter. Una decisione inevitabile dopo la frattura insanabile con il portoghese. Da quel momento, un altro “figlio di Roma” – dopo Totti, De Rossi e Florenzi – aveva il compito e l’onore di rappresentare in campo la lupa capitolina.
Quindi sono tre anni che Pellegrini è il primo referente di una Roma in continua evoluzione. Una gioia per l’ex Sassuolo, ma anche una croce. Soprattutto quando i tifosi non prendono bene determinate uscite: non si tratta esclusivamente di campo, ma piuttosto di atteggiamenti da evitare. Passi da fare e posizioni da prendere.
Lezione che Agostino Di Bartolomei aveva imparato molto bene, il numero sette giallorosso non dimentica questo e non scorda nemmeno l’importanza di figure cardine della storia romanista. Un post su Instagram in tarda serata per tributare il capitano senza tempo dei giallorossi: il murales di un artista di strada a fare da cornice.
Li ritrae insieme: Di Bartolomei porta sulle spalle Pellegrini con la Conference League. Un’opera fatta nel 2022, dopo quell’estate magica e il trionfo di Tirana. “Un pensiero e un abbraccio, grande capitano” – scrive Pellegrini – i tifosi apprezzano. Sembra quasi un passaggio di testimone.
La società giallorossa, da quando c’è De Rossi in panchina, è molto più attenta a questi aspetti che non riguardano il campo ma influiscono sulle prestazioni. Di Bartolomei resta un esempio da seguire e ricordarlo diventa anche un monito per gli altri. Incluso Pellegrini. La fascia di capitano è la stessa, gli oneri cambiano e l’amore resta.
Ricordare è vivere, citando un altro ex romanista del passato recente, il capitano di oggi l’ha fatto con quello di sempre. Con buona pace di Francesco Totti, perchè anche il numero 10 per antonomasia Di Bartolomei lo porta nel cuore. L’obiettivo è riportarlo – un passo alla volta – nel vissuto di ogni giorno dimostrando che il suo esempio non è andato perduto.