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Conference League, la finale di Andrea Belotti (proprietà Roma) con la Fiorentina convince? L’analisi

Belotti è di proprietà Roma e potrebbe essere una pedina di mercato: ecco la sua finale di Conference con la Fiorentina ai raggi X

 

Andrea Belotti e la finale di Conference League con la Fiorentina: il biglietto da visita da offrire alla Roma? L’attaccante è arrivato in prestito a Firenze il primo febbraio scorso e dopo circa 4 mesi ha l’opportunità di giocare la sua prima finale di Conference della carriera. Con i viola, “il Gallo” aveva l’opportunità di rimediare alla cocente delusione rimediata soltanto un anno fa, con la Roma di José Mourinho, quando alla Puskás Arena di Budapest restò a guardare insieme ai compagni gli andalusi alzare la coppa dell’Europa League al cielo. Allora non incise, ma purtroppo il romanista anche stavolta non fa di meglio. La sua prova dura soltanto 58 minuti e finisce per fare spazio a M’Bala Nzola…

Ma andiamo con ordine. Vincenzo Italiano affida a Belotti le chiavi dell’attacco toscano. L’attaccante di proprietà Roma parte dall’inizio, come unico terminale del 4-2-3-1 disegnato appositamente per lui dal tecnico d’origini siciliane. Deve sportellare in prima linea, spalle alla porta, dove il gioco si fa duro se non durissimo. Il piano di Italiano è un po’ la brutta copia della gara di Gian Piero Gasperini, a Dublino, con l’unica differenza dei quattro difensori dietro rispetto ai tre centrali gasperiniani. Non una differenza da poco. Il problema è che il Gallo non ha a supporto Ademola Lookman o Charles De Ketelaere. Bensì Nicolás González, a destra, e Christian Kouame, a sinistra.

L’approccio alla gara è sempre il solito, generoso, al galoppo, lungo tutto il fronte d’attacco per fare pressione e prendere il possesso di qualche palla sporca. L’unica vera occasione gli capita proprio in apertura, quando Nico Gonzalez lavora bene palla sulla destra e mette al centro, Kouamé non controlla ma Belotti può calciare defilato sulla sinistra. Tiro largo, molto largo, larghissimo. Rimarrà comunque questa l’unica fiammata del numero 20 viola. Oltre alla sponda di testa, al 20′, che apparecchia per la botta sicura di Jack Bonaventura. Il resto della frazione sparisce dai radar, è una gara che non regala particolari emozioni e all’intervallo si chiude in perfetta parità (0-0).

Per Belotti, alla Fiorentina ma di proprietà Roma, la ripresa dell’ultimo atto di Conference inizierà male e finirà poco dopo ancora peggio. Al rientro in campo continua la sua opera di pressione su tutto l’arco offensivo, ingobbito, senza però trovare supporto dai compagni. Nico Gonzalez lo cerca in profondità ma David Carmo lo sgambetta, in modo fortuito, dopo un incrocio di linee. Belotti cade e chiede maggior attenzione al direttore, l’azione intanto sfuma. Subito dopo il colpo che mette la parola fine alla sua gara. Succede nel tentativo di arrivare su una palla aerea, al 48′, quando si scontra con Retsos che ha la peggio. Medici in campo, attimi di apprensione. I due però resistono e continuano. Dieci minuti più tardi il cambio.

Giulio Benatti
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