L’allievo e il maestro: Spalletti e De Rossi. Stessa pasta, caratteri diversi, ma medesima voglia di stupire. Un calcio propositivo fatto di gamba, duelli, grinta, voglia e determinazione. È possibile. De Rossi lo dimostra da pochi mesi con i giallorossi, Spalletti lo fa da un’intera carriera. A Napoli il capolavoro dello Scudetto fra lavoro, impegno e tenacia.
A Roma – in un passato recente – l’ambizione europea e uno Scudetto sfiorato in più occasioni. Qualche trofeo e tanta amarezza, in particolare nel dopo Totti. Questo è il tecnico di Certaldo che, al netto di tutto, Roma e la Roma non le ha mai dimenticate e ora che allena la Nazionale a Trigoria c’è un suo “allievo”. Anzi, lo studente modello secondo lui.
Spalletti e la Roma
Quello che ha recepito meglio i suoi principi di gioco e ora li applica con altri: Daniele De Rossi, secondo Spalletti, è la sua “Cappella Sistina”. Per questo – da quando è allenatore della Roma – DDR ha accolto l’ex tecnico giallorosso due volte al Fulvio Bernardini. Non solo una visita istituzionale tra colleghi per valutare le scelte in vista dell’Europeo, ma una sorta di “linea rossa” – anzi, giallorossa – da portare avanti.
In passato si è parlato, con altri CT in azzurro, di blocco Juve. Ora non è sbagliato parlare di “blocco Roma”: Spalletti prende il centrocampo giallorosso e lo veste di azzurro. Pellegrini e Cristante saranno agli Europei: le chiavi della mediana sono assicurate. Non solo: c’è anche la difesa, con Mancini e Spinazzola (per l’ex bianconero dipende dalle condizioni) pronti a subentrare. Poi c’è l’outsider El Shaarawy. Insomma, Spalletti si affida alla Roma – un’altra volta – e in questo caso a De Rossi.
Linea diretta con De Rossi
Basta leggere le dichiarazioni per capirlo: “De Rossi sta facendo un gran lavoro” – ha detto il tecnico di Certaldo al Fulvio Bernardini – e più recentemente al Premio Cesarini. Sempre gli stessi concetti: De Rossi, lavoro, importante. Messi in fila come un mantra. Lo stesso mantra che potrebbe “salvare” la Nazionale sul piano tattico. Spalletti si fida di DDR e gli ‘ruba’ qualche pedina in cambio di altrettanti consigli. Allievo e maestro, ancora sulla stessa lunghezza d’onda per il presente e futuro dell’Italia, ma anche e soprattutto dei giallorossi.