Sembrava essere l’unico sicuro della riconferma, ma il condizionale resta. Angelino è quello che tra i nuovi arrivati ha impressionato di più: arrivato in prestito gratuito dal Lipsia ha dato molteplici sicurezze nel reparto arretrato. La fascia è sua e ha dimostrato, a sinistra, di essere una pedina insostituibile. Pochi mesi sono bastati a De Rossi per decidere di volerlo tenere, ma l’ultima parola non spetta a lui: il tecnico ha detto chiaramente alla società di avviare le pratiche per il riscatto del prestito.
Il tempo e la volontà, ora, deve metterceli Ghisolfi. I termini con i tedeschi sono chiari: la deadline per chiedere il giocatore termina il 30 maggio. Il Lipsia ha fatto sapere che, in primis, non farà sconti. In secundis, qualora la Roma decidesse di rinegoziare da capo i termini, lasciando scadere la possibilità di rinnovare gli accordi, si comincerebbe con una nuova trattativa.
Angelino vuole la Roma
Ma i giallorossi non avrebbero la “prelazione” che hanno attualmente. Il Lipsia ora ascolta la Roma, cercando di trovare il compromesso più giusto da ambo le parti, ma dopo il 30 maggio comincerà una nuova storia. Quella che vede – anche grazie ai giallorossi, ma non solo – il terzino come un pezzo pregiato di mercato. Soprattutto in Germania, il difensore ha numerose pretendenti.
Tutte lo vogliono, insomma, e la Roma deve fronteggiare il pressing della concorrenza. Al momento bastano 5 milioni per esercitare il diritto di riscatto, ma 48 ore passano presto e Ghisolfi deve fare quella telefonata prima che sia troppo tardi. De Rossi l’ha messo come paletto per la prossima campagna acquisti: Angelino deve esserci.
Corsa contro il tempo
Rappresenta quel terzino ideale, in grado di spingersi anche in avanti, con buona gamba e un grande senso di abnegazione, volontà e una tecnica sopraffina. Sembra avere tutto, ma in questo momento non ha la cosa più importante: una squadra. Dopo il 30 maggio la troverà sicuramente. Deve solo capire se potrà ancora varcare la soglia del cancello di Trigoria, oppure no. Per avere maggiori certezze, basta alzare la cornetta. Il primo atto formale, per quanto apparentemente “banale” di Ghisolfi al Fulvio Bernardini. Dal punto di vista “diplomatico”, però, potrebbe essere un buon biglietto da visita.