Daniele De Rossi si presenta quasi senza voce. Gli intervenuti al Premio USSI aspettano soltanto lui. C’è grande curiosità attorno all’allenatore della Roma: doveva essere un traghettatore, è diventato una certezza. Sicurezza che ha comunicato in primis ai tifosi e poi ai Friedkin che l’hanno subito scelto dopo 6 mesi di apprendistato.
La prova è stata superata: da gennaio a giugno la Roma è rinata con qualche scivolone dovuto soltanto alla condizione fisica non proprio ottimale. La parola d’ordine, ora, è migliorarsi: fare meglio dell’anno appena passato calcisticamente. Possibilmente con meno turbolenze. Questo chiedono i tifosi e lo auspicano anche e soprattutto i Friedkin: la presidenza vorrebbe raccogliere dei risultati.
Insieme a De Rossi spera di poterlo fare. Ci sarà una rivoluzione a Roma: tanti volti andranno via, altrettanti subentreranno. Il posto non è sicuro nemmeno per coloro che fanno parte dello staff. Le riconferme sono poche. Quella che conta di più: DDR resta al suo posto, ma le personalità giallorosse e non solo vogliono sapere qualcosa in più.
Il tecnico, a margine del Premio USSI, non si sbottona ma si limita a dire: “Allenare la Roma è un privilegio, dato che è la mia squadra del cuore. Ora devo fare meglio e lavorare per far crescere la squadra”. La conversazione, poi, si sposta sui singoli. Da Dybala, a Pellegrini, passando per Angelino e Karsdorp: De Rossi “assolve” e ringrazia tutti per la disponibilità che gli hanno dimostrato.
Non incolpa nessuno, se non sè stesso, per gli errori fatti nella seconda parte di stagione. Rispedisce al mittente i paragoni con Capello e pensa solo all’immediato futuro. Calciomercato da scrivere, preparazione da riprendere a luglio. Nel frattempo un po’ di riposo in famiglia, perchè esiste anche quella. Non manca, neppure stavolta, la domanda di rito: “Dybala resta?”. E De Rossi perentorio: “Non dico nulla perchè poi non si sa come va a finire con il calciomercato. Noi dobbiamo essere attenti in campo, ma migliorare anche sul piano della comunicazione. Non dirò niente ai giornalisti su questo”.
Insomma, un De Rossi sicuro che non schiva i giornalisti, ma preferisce tenere un profilo basso. Allenare la Roma era il suo sogno. Ora vuole farlo senza pressioni e, soprattutto, evitando la fuga di notizie.